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The Others

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su The Others

di undying
7 stelle

Ispirato da un tema classico, affrontato in origine da Ambrose Bierce nel racconto Accadde sul ponte di Owl Creek, Alejandro Amenábar scrive e dirige un horror esemplare, supportato da un valido cast sul quale predomina una malinconica e straziante Nicole Kidman.

 

 

Channel Islands (Jersey), 1945. Grace (Nicole Kidman) vive con angoscia l'assenza del marito Charles, partito per la guerra e del quale non ha più notizia. Accudisce con cura i suoi due amati figli: Nicholas (James Bentley) e Anne (Alakina Mann). I piccoli soffrono di una strana forma di malattia, essendo fotosensibili, ovvero intolleranti alla luce. Motivo per cui Grace impone alla servitù di tenere costantemente chiuse le tende alle finestre. Nell'enorme e silente casa, sola con le sue paure, Grace sprofonda in un incubo senza via d'uscita, che inizia con alcuni strani racconti dei due bambini che sostengono di vedere Victor, il fantasma di un loro coetaneo.

 

"Io credo che qualche volta il mondo dei morti si incontra con quello dei vivi." (Mrs. Mills, la governante)

 

Nicole Kidman

The Others (2001): Nicole Kidman

 

Grandiosa interpretazione di Nicole Kidman e solida regia di Amenábar, anche se il soggetto - in origine attribuibile ad Ambrose Bierce e al suo agghiacciante racconto Accadde sul ponte di Owl Creek - è cinematograficamente in derivazione dal misconosciuto E se oggi... fosse già domani?, da Il sesto senso e da alcuni gotici italiani (Danza Macabra, e il suo remake Nella Stretta Morsa del Ragno). Ottime atmosfere e un coinvolgente utilizzo della traccia sonora (in dolby 5.1) lo rendono titolo indimenticabile. Alejandro Amenábar, comparso in veste d'attore in Spettro - uno dei film della serie spagnola parallela ai "Masters of Horror" (Películas Para no Dormir) - dirige il suo film (ad oggi) più riuscito, supportato da un cast d'attori tutti efficacemente indovinati. Anche autore della bella e malinconica sceneggiatura, il regista compone un macabro ma raffinato film, riuscendo a confondere la realtà e la sua controparte grazie ad un sapiente e preciso gioco di immagini.

 

Nicole Kidman

The Others (2001): Nicole Kidman

 

La morte - tema portante dell'intera narrazione - avvolge i protagonisti anche e soprattutto proponendosi attraverso immagini subliminali (le visioni dei bambini, la seduta medianica della medium cieca) e scenografie decadenti e nebbiose (fenomenale l'incontro all'aperto, in un contesto da limbo ultraterreno, di Grace con il marito "reduce" di guerra). The others è un film sospeso in una dimensione "altra", di indecifrabile paranormalità, nel senso più etimologico del termine (i protagonisti sfiorano la norma, inconsapevoli della loro reale condizione). Un film decadente e suggestivo, che narrativamente si sviluppa lentamente verso una tragica certezza: quella di una donna sconvolta e addolorata, colpevole di aver compiuto un atto incomprensibile. Un atto talmente grave, da essere rimosso dalla coscienza e dalla consapevolezza di madre. Con conseguente capovolgimento percettivo della "realtà".

 

Alakina Mann, James Bentley

The Others (2001): Alakina Mann, James Bentley

 

Citazione

 

"Nelle tombe non ci sono fantasmi, solo scheletri." (Anne)

 

scena

The Others (2001): scena

 

"Mamma è colei che alle prime tue domande – che cos’è il morire, che cos’è il domani – ti risponde con un sorriso luminoso, colei che ti soffia sulle palpebre e ti fa volare via il buio." (Fabrizio Caramagna)

 

Trailer 

 

F.P. 08/06/2020 - Aggiornamento della recensione pubblicata in precedenza su Il davinotti. Versione visionata in lingua italiana (durata: 100'05")

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Ultimi commenti

  1. Lehava
    di Lehava

    Mmmm .... vado a memoria: ma non era l'isola di Jersey?
    Scusa la puntualizzazione, ma il contesto cambia completamente e chi è stato spesso sulla Manica conosce molto bene quella bruma umida e compatta che si forma sul mare e pare cancellare colori e vita oltre che, ovviamente, il senso di abbandono e di lontananza che un territorio inglese buttato verso l'Atlantico, lontano dalla Cornovaglia ma affacciato sulla Normandia (che però, essendo Francia, non partecipa a nessuna comunione, nè storica, nè contemporanea - ed infatti raggiungerla ancora oggi in inverno non è affatto facile) ha.
    L'architettura estetica è evidentemente del gotico inglese.
    Tra l'altro il marito "torna dalla guerra" a piedi e questo, nella sceneggiatura, è perfettamente plausibile (si scoprirà poi che le cose stanno diversamente) se si pensa che quelle furono zone di combattimento per le truppe inglesi (e francesi, e tedesche) - non a caso Omaha Beach non è poi così distante
    Scusa la puntualizzazione, ma il New Jersey è uno stato U.S. e il tuo incipit potrebbe far presupporre al lettore una ambientazione nel americana :-) Ciao

    1. undying
      di undying

      Ti ringrazio per la precisa puntualizzazione, che mi permette di correggere il grave refuso. Hai ragione, il film è ambientato sull'Isola di Jersey. Utilissimo il tuo commento...
      Ciao :)

    2. Lehava
      di Lehava

      Perdonami, so di essere pedante, ma Guernsey e Jersey sono due isole che mi piacerebbe visitare. Qualche anno fa aspettavo un volo Flybe al piccolo aeroporto di Southampton. Cancellarono prima del mio (che aveva direzione nord e partì) proprio quella tratta sulla Manica: c'era un nebbia pazzesca. Da allora mi è rimasto il "pallino" :-) Ciao!

    3. undying
      di undying

      Scherzi? Mi hai fatto un gran piacere a segnalarlo così ho corretto la recensione. Quanto al desiderio di visitare l'isola di Jersey non posso che capirti. Deve essere un posto unico...
      Ciao

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