Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film
Terzo film per Alejandro Amenabar e terzo centro. "The others", ispirato esplicitamente a "Giro di vite" di Henry James, gioca con intelligenza ed eleganza con i cliché tipici e tradizionali del genere "casa infestata da fantasmi" e così abbondano porte che sbattono, passi furtivi, voci lontane, pavimenti che scricchiolano, nebbie fitte, rumori sospetti. Il regista si conferma notevole costruttore di tensione, realizza un abile e ben oliato thriller psicologico in cui non contano gli effetti speciali né tanto meno quelli splatter ma le più comuni paure dell'uomo (il buio, la morte, l'ignoto) ed omaggia con umiltà, onestà e rigore, senza pedanterie o pretestuosi vezzi cinefili, classici intramontabili che vanno da "Rebecca - La prima moglie" di Hitchcock" ad "Angoscia" di Cukor, da "Gli invasati" di Wise a "Suspense" di Jack Clayton, di cui questo "The Others" è quasi un remake non ufficiale, rivisitandoli alla luce de "Il sesto senso" di M. Night Shyamalan. Il risultato è assai apprezzabile grazie anche ad un'ambientazione gotico-vittoriana particolarmente efficace (lode alla fotografia di Javier Aguirresarobe e alle scenografie di Benjamin Fernandez) e all'interpretazione convinta e palpitante di una Nicole Kidman raramente così in parte, (per lei solo nomination ai Golden Globes quale migliore attrice drammatica, sconfitta dalla Sissy Spacek di "In the bedroom"), capace di tenere ottimamente testa, in un ipotetico confronto, a Joan Fontaine, Deborah Kerr e Ingrid Bergman. Da non sottovalutare comunque anche i comprimari tra cui spicca l'inquietante Fionnula Flanagan e i due bravissimi bimbi James Bentley e Alakina Mann, scelti tra oltre 5000 bambini selezionati. Più di un sano brivido lungo la schiena nel corso di un film dalle cupe e sinistre atmosfere: dalla scoperta inquietante del "Libro dei morti" da parte di Grace, alla fulminante sequenza in cui Grace, entrata nella stanza della piccola Anne che è vestita per la prima comunione ed è impegnata a giocare con un burattino, scopre che una vecchia signora si è impossessata della figlia e tenta di ucciderla (scena in cui, peraltro, il regista cita esplicitamente se stesso ed il suo "Apri gli occhi"), dalla scena in cui i due bimbi sono a letto e Anne, spaventando a morte il fratellino, parla animatamente con un fantasma che continua ad aprire le tende delle finestre al finale angosciante ed al cardiopalma in cui la verità si fa chiara a tutti (e l'incedere lento ma inesorabile dei tre fantasmi trasmette autentica angoscia). "Il terrore scandisce la nostra vita, ma l'ipotesi più agghiacciante è che l'infelicità possa durare anche oltre la morte." (Claudio Carabba) Nulla di originale o memorabile, certo, ma se pensiamo a cosa è stato fatto con "Haunting", l'orrido remake firmato Jan de Bont da "Gli invasati", nel vedere questo "The others" non ci si può che rallegrare. Lo spettacolo è garantito, gli spaventi assicurati, la noia bandita. Produzione esecutiva affidata a Tom Cruise. Belli i titoli di testa su immagini che richiamano vecchie stampe disegnate. In Concorso alla Mostra del Cinema di Venezia del 2001. Quasi 100 milioni di dollari al box office americano, oltre 10 milioni di Euro in Italia: a oggi è il film spagnolo che ha incassato di più al mondo con quasi 210 milioni di dollari complessivi. La casa in cui è ambientata l'intera vicenda, autentica coprotagonista del film, è situata a Santander, nel nord della Spagna. La rara malattia di cui soffrono i due protagonisti è nota come xeroderma pigmentoso. Nomination agli European Film Award per il miglior film (ma era l'anno de "Il favoloso mondo di Amélie). 15 nomination ai Goya Awards e 8 premi vinti (film, regia, sceneggiatura, fotografia, montaggio, suono, direzione artistica e direzione di produzione). Cameo fotografico del regista: si vede in una delle fotografie dei morti (è quello a destra con i baffi nel gruppo dei tre uomini).
Voto: 7 e mezzo.
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