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The Others

Regia di Alejandro Amenábar vedi scheda film

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La recensione su The Others

di daveper
8 stelle

In "The Others", Alejandro Amenábar costruisce un'opera cinematografica che trascende i confini del genere horror per diventare un raffinato studio sulla paura, sull'oscurità e sull'inconscio. Il film, immerso in una costante penombra, non solo sfrutta il buio come elemento scenografico, ma lo eleva a simbolo di repressione, negazione e terrore esistenziale. La dimora in cui Grace, interpretata con glaciale precisione da Nicole Kidman, si ritrova prigioniera con i suoi due figli è una vera e propria prigione di ombre, dove il tempo sembra essersi arrestato. La casa, priva di elettricità, vive in un perpetuo crepuscolo, un limbo che riflette lo stato psichico dei suoi abitanti. 

Le rigide regole imposte, come quella che proibisce di aprire una porta senza prima aver chiuso la precedente, simboleggiano un desiderio disperato di controllo, un tentativo di isolare e contenere le verità che minacciano di emergere dall'oscurità. Il buio diventa non solo un elemento necessario per la sopravvivenza dei figli di Grace (affetti da una malattia che impedisce loro di essere esposti alla luce), ma anche una barriera contro la realtà, un rifugio sicuro dalle verità insopportabili che attendono di essere svelate. Ogni stanza, avvolta nel buio, diventa un microcosmo di segreti, una scatola nera che custodisce memorie e paure inespresse. Le ombre non sono semplicemente assenze di luce; sono presenze tangibili, che abitano lo spazio e la mente dei personaggi, suggerendo che ciò che viene nascosto è ben più spaventoso di ciò che è visibile. In "The Others", l'oscurità diventa così un personaggio a sé stante, un'entità che minaccia e protegge, che cela e rivela. Il film non si accontenta di rappresentare l'oscurità; la vive, la respira, ne fa il fulcro di una narrazione che esplora i recessi più profondi dell'animo umano. 

Il confine tra vivi e morti, tra ciò che è reale e ciò che è illusorio, si dissolve in un crescendo di tensione e rivelazione. L'abilità di Amenábar sta nel mantenere questo equilibrio sottile, nel lasciare che lo spettatore scopra gradualmente, insieme a Grace, la vera natura della sua esistenza. Il terrore che permea "The Others" non è solo quello delle apparizioni spettrali, ma la paura più profonda di tutti: la paura di affrontare la propria verità, di riconoscere che il mondo in cui si vive potrebbe essere solo un'ombra di ciò che si è perso.

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