Regia di Giuseppe Rosati vedi scheda film
Distruggere con furore cieco la violenza fascista, un bagno di sangue per cessare ogni bagno di sangue: ecco un ottimo riassunto - paradossale quanto si vuole, ma tremendamente veritiero - della morale non solo di tanti poliziotteschi (categoria in cui questo lavoro si inserisce di slancio), ma proprio di una larga fetta della società italiana di quei tremendi anni detti efficacemente 'di piombo'. Difficile, nonostante i precisi attacchi contro lo stragismo destroide, ritenere La polizia interviene: ordine di uccidere! un film 'di sinistra', ma è d'altronde l'intero filone, con le sue iperboli truci e sanguinolente, a deviare sua sponte verso l'ideologia fascista della 'Guerra sola igiene del mondo' (parole di Marinetti immediatamente adottate dal Duce). La sceneggiatura firmata dal regista (un mestierante dei Settanta, epoca di grande quantità e scarsa qualità per il cinema italiano) e dal fido collaboratore Giuseppe Pulieri è un concentrato di azione, dialoghi turpi, malvagità e giustizia personale, in un bagno di luoghi comuni che è sostanzialmente la base su cui il genere intero si muove (si pensi solo al fatto che i titoli provenivano dalla cronaca nera dei quotidiani, non molto fantasiosa e colma di modi di dire ritriti e frasi fatte). La nota positiva senza se e senza ma della pellicola è tutta nel cast: Leonard Mann, Enrico Maria Salerno, Franco Interlenghi, Janet Agren, James Mason, Fausto Tozzi, l'immancabile Tom Felleghy in una particina e, in un cameo autoreferenziale, c'è anche Peppino Di Capri. Ritmo alto, ma originalità a ridosso del nulla; curiosità: il personaggio protagonista (commissario Murri) verrà ripreso nel successivo film di Rosati, Paura in città, per essere interpretato dal leggendario Maurizio Merli. 3,5/10.
Il giovane commissario Murri, visti assassinare due colleghi, decide di seguire la pista del terrorismo nero, ma con metodi che si affrancano da quelli della legge. A dimostrazione che ha capito troppo, viene punita anche la sua donna.
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