Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Sollima non al suo meglio è comunque tanta roba, qui racconta un noir disperato, abitato da perdenti dalla falcata incerta, a cui la vita ha riservato un amaro epilogo.
Pol Niuman (Mastandrea, incisivo seppur si vede pochissimo), Daytona ( Servillo, dall'insospettabile accento romano) e Cammello ( Favino, trasfigurato), tre ex criminali , incrociano dopo anni nuovamente le loro strade a causa di Manuel, figlio di uno dei tre. Il ragazzo infatti viene braccato da un trio di poliziotti che neanche nei peggiori incubi (Adriano Giannini, eccellente), a causa di una matrioska di ricatti che lo vede coinvolto. La citta eterna, Roma, divorata dal calore, dagli incendi e dai continui blackout, è la cornice austera che certamente aggiunge fascino al film, e teatro di questo lungo inseguimento.
Stazione Termini, Pigneto, Mandrione. La Roma popolare, di borgata, il ghetto dove si nascondono i cattivi dal cuore d'oro, è la faccia di una città che però nasconde l'immondizia altrove , fra istituzioni e politica.
Adagio si lascia seguire più che bene, soprattutto perché va segno nel tratteggio dei caratteri: se da un lato i tre poliziotti sono figure che prestano il fianco ai soliti cliché , i tre criminali invece sono pieni di sfumature, e riescono a polarizzare l'attenzione risultando molto più interessanti degli sbirri. Epilogo in stazione, come Carlito's way e Collateral, ma molto meno.
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