Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Siamo alle solite, Adagio è un film fatto bene, ma sempre sugli stessi temi, sulla Roma criminale. Ovviamente recitato tutto in romanesco.
Il sedicenne Manuel si prende cura del padre con un passato criminale, ora affetto da demenza. Ricattato dalla polizia per il suo trascorso di festini con implicazioni politiche, Manuel si rivolge a un collega del padre, da poco uscito di prigione
Anche in questo caso, non parliamo affatto di un brutto film, ma solo di qualcosa di totalmente già visto. Nulla di innovativo.
Storia ripetitiva con tutti i clichè del film “criminale”: una città allo sbando, sporca e con tanti problemi, i carabinieri o poliziotti corrotti, i criminali della banda cittadina (qui sono quelli della Magliana) e pure la malattia.
Il film riprende anche il tema del caldo torrido e degli incendi quindi di una Roma distopica e super negativa, cosa vista ad esempio nel film Siccità.
I personaggi sono ben scritti e ottimamente interpretati, mentre sui dialoghi ogni tanto ci perdiamo su ovvietà e didascalismo, ma è più che accettabile.
Le performance attoriali di Favino, Mastandrea e Servillo sono come sempre sopra la media. L’unica cosa che mi sento di sottolineare in maniera negativa è che il regista ti fa quasi parteggiare per quelli della banda.
Ognuno di loro, infatti, hanno molta negatività ma in fin dei conti risultano buoni e pure altruisti in certi momenti e la cosa secondo me stona non poco.
La fotografia di Paolo Carnera, è una sicurezza e non ha praticamente difetti, come il montaggio onesto e fatto come si deve.
Un finale coinvolgente ma forse in parte telefonato non crea problemi ad un film guardabile e sinceramente fatto bene.
Solo che siamo veramente all’esagerazione con questo mondo criminale.
Vi consiglio la visione di questo film perchè merita, a parte la ripetitività del tema, la pellicola è assolutamente da vedere.
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