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Adagio

Regia di Stefano Sollima vedi scheda film

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La recensione su Adagio

di barabbovich
9 stelle

Pur di non far scoprire al padre (un ex della Banda della Magliana, interpretato da un magistrale Toni Servillo in versione romanesca) di essere un marchettaro, Manuel (l'esordiente Gianmarco Franchini, perfetto) accetta di collaborare con i Carabinieri per incastrare un politico al quale alcuni rivali vogliono fare la festa, sputtanandolo pubblicamente. Ma il ragazzo, che ha il compito di riprendere di nascosto l'uomo travestito da donna in mezzo a un mare di ragazzini, si sente raggirato e lascia l'operazione a metà. I carabinieri - che agiscono per denaro - gli danno la caccia. Lui trova riparo prima da un vecchio amico del padre diventato ormai cieco (Mastandrea) e in seguito da un malato terminale di cancro (Favino, trasformato nell'aspetto e impeccabile come sempre) che sta cercando solo di morire in pace, tormentato dal passato che ritorna. La ricerca del ragazzo avrà esiti terribili.
Con Adagio, Stefano Sollima firma il suo capolavoro, ribadendo ancora una volta - dopo il passo falso della seconda trasferta americana (Senza rimorso) - di essere il numero uno del cinema di genere in Italia. La sua capacità di raccontare, esaltando i dettagli (i pantaloni al polpaccio di Servillo, per dirne uno), si sposa con la visione cupa di una città che brucia e va continuamente in blackout, simbolo di un degrado che coinvolge tutto: la politica, gli abitanti, persino la malavita. È la rappresentazione di una civiltà da basso impero, ormai prossima al grado zero della sua esistenza, senza nessuna distinzione tra il bene e il male (anzi: i carabinieri sono i peggiori di tutti, come lo erano i poliziotti di A.C.A.B.). L'unica possibile resurrezione sembra essere affidata alle nuove generazioni, sulle quali si abbatte la nemesi di padri inabili al loro ruolo: che poi è il tema di fondo che caratterizza quasi tutti i personaggi maschili di un film girato con abilità sopraffina, concentrato sulla Roma delle periferie (Casilino, il Mandrione, Tiburtino) e con scene da antologia, come quella del collasso del sistema ferroviario che blocca torme di passeggeri in stazione. Imperdibile.

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