Regia di Stefano Sollima vedi scheda film
Dopo la morte della madre, il sedicenne Manuel vive con un padre anziano dal passato criminale, che lo vedeva celebre con il nome di Daytona, ma che ora sembra non starci più con la testa. A sua insaputa, il ragazzo viene ricattato da un gruppo di carabinieri corrotti per una storia di festini dalle ramificazioni politiche ben più grandi di lui. Nel tentativo di divincolarsi dal ricatto, Manuel si rivolge a un ex-compare del padre, Polniuman, che promette di fare da intermediario con il carabiniere Vasco, il quale però non può permettersi di perdere i soldi che gli erano stati promessi.
Blanda storia pseudo-poliziesca di un regista che aveva già dato tutto il meglio di sé in "ACAB..." e in "Suburra". Qui infatti si calca molto meno la mano sulla rappresentazione disumanizzante della malasanità dei quartieri della Roma malfamata e povera. I personaggi sono tutti alfieri di una scacchiera cupa e una capitale emarginata e lontana dai poli turistici, in cui il disagio diventa presagio di morte e perdizione e dove l'ombra e le tenebre sembrano prevalere sulla luce. Belle premesse, peccato che al momento della messa in scena appaia tutto fiacco e al piccolo bagliore di brio lo sbadiglio abbia la meglio.
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