Regia di Cinzia Bomoll vedi scheda film
Consiglio la versione ora su diverse piattaforme. Migliorata rispetto la versione che vidi al Festival di Roma.
Già mi era piaciuto al cinema per come racconta la provincia e per le atmosfere, oltre che l'intreccio thriller interessante, poi ho rivisto il film nel director's cut su piattaforma insieme al mio fidanzato che non l'aveva visto e l'ho trovato molto migliorato, specie nella narrazione e nella figura con la voce della grande Piera Degli Esposti, che stimo da sempre.
Ci sono scene nuove e la struttura più thriller.
Le Donatella mi hanno piacevolmente colpito, non immaginavo potessero essere così brave. Scelta coraggiosa.
Bravissima Eleonora Giovanardi, che mi ha stregato così il ruolo del cileno, Alfredo Castro, che poi ho scoperto essere un grande attore sudamericano, rivisto nell'ultimo film di Pablo Larrain. Quante sorprese.
Il giovane Riccardo Frascari. Volto emergente, che vedrei bene nelle serie tv che impazzano.
Andrea Roncato in versione "drammatica", il suo un ruolo molto ben interpretato. Ho quasi pianto sulle sue battute quando ricorda...
Un cast variegato e inaspettato. Tutti bravi, direi. Quei quattro davanti al bar, memorabili nella loro sileziosità.
Il cattivo, Stefano Pesce, che avevo visto in Diabolik, qui bravo e trasformato.
Angela Baraldi molto vera e sincera.
Lodo Guenzi in versione punk, memorabile, specie nelle nuove scene aggunte della "nuova" versione.
Ma perchè non era uscito in questa versione anche in sala? ci sono più scene e si comprende meglio la trama di cui sinceramente qualcosa mi era un pò sfuggito. C'è anche una leggera ironia "paesana" che attraversa il film, tipica delle piccole provincie disincantate.
Segnalo la musica davvero notevole di una giovanissima autrice italiana, Silvia Leonetti.
Parecchie donne in questo film: dalla regista Cinzia Bomoll, una eclettica promessa, che giostra i registri tra un film e l'altro alla direttrice della fotografia, la cilena maura Morales Bergmann che ha saputo ritrarre questi luoghi eterei con grande maestria. Ho letto non so dove che hanno usato lenti vintage del 1974 per rendere meglio "la grana" degli anni 70, 80, 90, epoca in cui il film si svolge.
Nel complesso un film interessante e diverso dai soliti italiani.
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