Il regista James Ivory scopre alcune scatole di pellicole contenenti materiale girato durante un viaggio fatto nel 1960 in Afghanistan. Riguardando quelle immagini a distanza di tanti anni, Ivory ripercorre anche il proprio percorso di artista, viaggiatore e outsider.
L'Afghanistan del 1960 funge per Ivory come meta esotica nella quale fuggire per emanciparsi e al tempo stesso spulciarsi a fondo l'ombelico: con A Cooler Climate (completato assieme al montatore Giles Gardner), l'anziano regista statunitense porta a termine questa auto-esplorazione a favore di telecamera (o meglio, di microfono).
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2022 - SPECIAL SCREENINGS Frugando tra vecchi scatoloni, il regista James Ivory ritrova le bobine di quello che doveva essere un documentario sul fiume Kabul e sulla gente che ne abitava i dintorni in un Afghanistan che nel 1960 veleggiava in una situazione ben più pacifica dell'attuale. Giunto lì con una dote di 20 mila dollari,… leggi tutto
FESTA DEL CINEMA DI ROMA 17 - PREMIO ALLA CARRIERA A JAMES IVORY
Nel lontano 1960, il giovane documentarista americano James Ivory riceve il lauto compenso di circa 20mila dollari per girare due documentari, finanziati dal patrimonio dei Rothschild.
Una ingente somma, soprattutto se rapportata a quegki anni ormai lontani, e che il regista pensa di utilizzare per un viaggio in India.
Ma poi,… leggi tutto
A partire da questa diciassettesima edizione, finalmente, la Festa del Cinema di Roma è stata riconosciuta come un Festival Competitivo, togliendo il valore determinante che negli ultimi anni era stato…
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Nel lontano 1960, il giovane documentarista americano James Ivory riceve il lauto compenso di circa 20mila dollari per girare due documentari, finanziati dal patrimonio dei Rothschild.
Una ingente somma, soprattutto se rapportata a quegki anni ormai lontani, e che il regista pensa di utilizzare per un viaggio in India.
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L'Afghanistan del 1960 funge per Ivory come meta esotica nella quale fuggire per emanciparsi e al tempo stesso spulciarsi a fondo l'ombelico: con A Cooler Climate (completato assieme al montatore Giles Gardner), l'anziano regista statunitense porta a termine questa auto-esplorazione a favore di telecamera (o meglio, di microfono).
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