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Bussano alla porta

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su Bussano alla porta

di mck
7 stelle

Un Dio del tutto infantile che da scienziato/ricercatore/entomologo in erba invecchiando male si trasforma in torturatore/seviziatore di bestioline, ovvero: i Quattro Appiedati dell'Apocalisse (ambasciatori che portano pene, piaghe, flagelli e calamità).

 

 

M. Night Shyamalan con “Knock at the Cabin” (spoiler: in the Woods, nel senso di Goddard/Whedon), la sua 15ª opera puramente cinematografica, prova a vendere al suo pubblico (ne faccio parte, come per la maggioranza, da “the Sixth Sense” in avanti - sino ai capolavori “the Village” e “Lady in the Water” ed oltre - e poi a ritroso) una friggitrice ad aria che, come si sa, non frigge e non va ad aria, ma l’interazione fra proteine e zuccheri comunque avviene.

 


Ma sentiamo @Mariella B*******, che non è proprio convinta del fatto che la sua nuova “friggitrice” ad “aria” debba funzionare con le schede perforate.

 


Ma sentiamo @V**** Giovanni, che il giorno di Natale, ricevendo un’epifania, ha scoperto che le patate “fritte” con la sua nuova “friggitrice” ad “aria” non assomigliano per niente a quelle tradizionali fritte in olio.

 


Ma sentiamo @Cliente Amazon (pardon: @Cliente A*****), che non riesce a fare la cosa più semplice, sostituire una lampadina, perché nel manuale distruzione [cit.] non ci sono le istruzioni che spiegano come fare la cosa più semplice, sostituire una lampadina.

 


A me piace immaginarmeli così: è tutta gente che, dopo aver imparato come si scrive “Reazione di Maillard” aprendo a fatica Wikipedia, le “friggitrici” ad “aria” prima le acquista e poi - se non decede causando incendi condominiali riempiendole di olio - le restituisce, e via così, in un circolo infinito. In realtà, invece, spesso e malvolentieri a ricevere i loro scarti usati sono gl’incolpevoli clienti non sub-normali.

 


Quindi e però Shyamalan continua a piaciucchiarmi (a parte forse i passi “incerti” degli esordi di “Praying with Anger” e “Wide Awake” e gl’inciampi di “After Earth” e “the Last AirBender” e soprattutto le fosse scavate di “WayWard Pines” e “Servant”, con almeno un paio di scene in cui il ridicolo involontariamente malcostruito travasa da là a qui, ad esempio nella sequenza in cui X, nel tentativo di raggiungere il SUV, sta scappando da Y, che pressante lo tallona da vicino, e la MdP, che incalzante rincorre a sua volta il braccato, compie un movimento nel tentativo di eliminare dal quadro - e... "quindi" tanto dal campo visivo dello spettatore... "quanto" da quello dell'inseguito - il persecutore, così da... "generare" sorpresa per la sua "rientrata" in scena: ma che davvero fate?), compresi gli ultimi “the Visit”, “Split”, “Glass” e “Old”, e anche qui il regista di “Unbreakable”, “Signs” e “the Happening”, pur rimanendo distante dalle quote raggiunte con le due vette villaggio-condominiali di metà anni zero, adattando, con gli Steve Desmond e Michael Sherman di “Monsters”, il romanzo “the Cabin at the End of the World” pubblicato nel 2018 da Paul G. Tremblay, porta a casa la pagnotta, e lo fa con l’aiuto del roberteggersiano direttore della (freddamente calda e naturalmente satura) fotografia Jarin Blaschke (the Witch, the Lighthouse, the Northman), della montatrice Noemi Katharina Preiswerk (proveniente da Servant), della compositrice Herdís Stefánsdóttir (“the Essex Serpent”) e di un immenso Dave Bautista (“My Son, My Son, What Have Ye Done”, “Riddick”, “Guardians of the Galaxy”, “BushWick”, “Blade Runner 2049”, “Hotel Artemis”, “Army of the Dead”, “Dune: Part One & Two”, “Glass Onion: a Knives Out Mistery”), mentre per quanto riguarda il resto del cast vale la pena menzionare Rupert Grint (anch’esso da Servant) e la piccola Kristen Cui, e conoscendo bene, volente o nolente, ciò di cui parla, vale a dire il Dio del Vecchio Testamento, qui perfettamente (consapevolmente o automaticamente) ritratto in tutta la sua Natura da gran bastardo, stronzo e figlio d’un cane rognoso (coi Quattro Appiedati dell'Apocalisse a far d'ambasciator che portan pene, piaghe, flagelli e calamità).

 

 

Ovvero un Dio del tutto infantile che da scienziato/ricercatore/entomologo in erba invecchiando male si trasforma in torturatore/seviziatore di bestioline.

 

* * * ¼/½ - 6.75     

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