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Bussano alla porta

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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Souther78

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La recensione su Bussano alla porta

di Souther78
1 stelle

L'aspetto più inquietante del film è la sua esistenza. Come pure quella dei fanatici, pure su questo sito, che saranno i classici covidioti ambientalidioti capaci di farsi fomentare da tiggì, politici marionette, cinematografari controllati, etc. Che dire? Ormai il paradosso è stato elevato a regola, e i pazzi vengono osannati dal popolo intimidito

Quest'opera aberrante offre uno scorcio perfetto di ciò che sta accadendo: l'elevazione a modello di vita della follia e della fede in qualcosa di "supremo". Che sia la $cienza, il credo finto-ambientalista di finti politici fintamente preoccupati di un ambiente che per primi cercano di stuprare riempiendolo di ciarpame elettrico insostenibile.

 

Il falso diventa vero. Il paradosso regola.

 

Fare figli naturalmente è insensato, mentre comprarli va bene. I gay sono discriminati... in un mondo dove si insegna ormai ai bambini che il sesso biologico è una minchiata. I lockdown (cioè le segregazioni illegali), benchè scientificamente inutili, sono la normalità per ogni vera o finta malattia del mondo... e così via.

 

Intanto basterebbe guardare il cielo, per accorgersi che c'è più che qualcosa che non va, se passano 5 aerei che lasciano scie (e altri 10 non le lasciano), che si incrociano e formano coltri biancastre che oscurano il sole. Però quello, siccome su wikipedia dicono che è da complottisti, non importa... Invece convincersi che sia ecologico inquinare il mondo con batterie altamente inquinanti che non si sa come smaltire, alimentate con elettricità proveniente da non si sa dove... è giusto! Dire che tre quarti dei governanti del mondo sono massoni e prendono ordini dal WEF, nonostante sia comprovato, siccome non ne parlano i tiggì, è da complottisti. Invece farsi bucare con farmaci sperimentali per contrastare l'influenza è giusto.

 

Ecco, i protagonisti di questo film ricordano mirabilmente quei mentecatti che si sono fatti ritrarre in tutti i vari canali governativi mascherati da social, autocelebrandosi per aver salvato il mondo essendosi fatti iniettare sieri sperimentali che nessuno ha mai potuto dimostrare prevenissero i contagi dell'influenza (che però gli avevano detto essere l'apocalisse).

 

Il messaggio dell'opera può quindi riassumersi nell'invito al suicidio/omicidio in nome del bene superiore. Che poi, guarda un po', è la credenza malthusiana in voga tra i massoni internazionali che stanno sfoltendo la popolazione a suon di scoraggiamenti dal riprodursi (paura, crolli finanziari, inflazione, etc.), uccisioni di massa (sieri letali), sterilizzazioni (sempre i sieri di cui sopra, sostanze nel cibo, nell'aria, nell'acqua), indottrinamenti ideologici che stuprano le basi elementari della natura, etc.

 

La riprova della pericolosità di opere come questa la si rinviene già nei commenti di alcuni cinefili, che dichiarano di vedere l'apocalisse là fuori, senza accorgersi che le uniche apocalissi sono quelle create a tavolino, e di cui i pupazzi come loro sono gli artefici involontari, quando si inginocchiano al potente di turno implorandolo di tirare di più le catene, e poi guardano ai propri simili in cagnesco se osano esercitare la resistenza morale e materiale.

 

Per il resto, il film è scontato nella sua pretesa imprevedibilità, sicchè non serve andare oltre la mezz'ora di visione per intendere dove andrà a parare il finale. Con questa "perla", il regista entra di prepotenza nella top five dei collaborazionisti della massoneria sotto l'egida WEF. 

 

Dal punto di vista squisitamente cinematografico, a parte la prevedibilità che svilisce lo scopo di stupire lo spettatore, affligge l'opera una fatale fissità, maldestramente intervallata da flashback che spezzano il pathos, finendo per aggiungere più che altro minutaggio, senza però dire nulla di costruttivo rispetto alla trama principale. La durata, già risicata, sembra in effetti dover essere sostenuta artificialmente, poichè ben presto l'idea che tiene insieme tutto si appiattisce e perde originalità, quindi interesse.

 

Si potrebbe definire l'anti-Mist darabontiano: lì si criticava il meccanismo di arruolamento della fede, mediante una rappresentazione esemplificativa. Qui, al contrario, si celebra la credulità popolare, lanciando un messaggio pericolosissimo in un mondo sempre più credulone e rimbecillito a suon di cellular-dipendenza, serie in streaming, arresti domiciliari, bombardamenti mediatici terroristici, etc.

 

 

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