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Bussano alla porta

Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film

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La recensione su Bussano alla porta

di maghella
6 stelle

Wen è una bambina di 8 anni dai tratti somatici asiatici, che nel mezzo di un bellissimo bosco, a pochi passi da una baita isolata, sta giocando raccogliendo grilli in un grande barattolo di vetro. Improvvisamente, dal nulla, appare un grosso uomo che dice di chiamarsi Leonard e di voler fare amicizia con lei. Leonard è veramente una montagna d’uomo, dall’aspetto poco rassicurante ma dai modi gentili ed educati. Instaura da subito un feeling con la bambina, che mantiene però un atteggiamento diffidente nei confronti dello sconosciuto.

Dave Bautista, Kristen Cui

Bussano alla porta (2023): Dave Bautista, Kristen Cui

La diffidenza diventa paura, quando dal bosco appaiono altre 3 persone che hanno delle strane armi, dall’aspetto primitive, come se fossero state rubate da qualche museo di storia antica. 

Wen scappa in casa e allarma i suoi 2 padri adottivi. I 4 estranei vogliono assolutamente entrare in casa, sono determinati a farlo, anche se Leonard si sforza di far comprendere alla famiglia imprigionata nella baita, di non voler far loro del male, ma che sono lì per compiere un lavoro, il lavoro più importante della storia dell’umanità.

Questo è il convincente incipit del nuovo film di M. Night Shyamalan. Un inizio originale che dà il via alla storia che solo apparentemente appare banale. I 4 sconosciuti infatti non sono né mascherati, né tanto meno drogati o dall’aspetto equivoco, paiono essere persone del tutto “normali”, ed infatti (dopo aver legato alle sedie i 2 padri: Eric ed Andrew) si presentano a loro e li informano del perché si trovano lì e del compito che devono portare a termine.

I 4 sconosciuti, 2 uomini e 2 donne, sono niente po’ po’ di meno che i 4 dell’apocalisse, che hanno scelto quel luogo e quella famiglia per l’estremo sacrificio che salverà il mondo dalla catastrofe e dalle piaghe divine. La scelta del luogo e delle vittime sacrificali è avvenuta grazie a delle visioni guida che ha unito i 4 cavalieri, che appaiono quasi più impauriti delle vittime per il gravoso compito che devono portare a termine. 

Ovviamente i 2 padri non credono ad una parola dei 4 invasati, e (soprattutto Eric) sono convinti che siano vittime di un’aggressione omofoba. Purtroppo ben presto capiranno che la verità è ben altra e lontanissima da qualsiasi previsione.

La narrazione del film è a tratti frammentata da piccoli flashback in cui lo spettatore viene a conoscenza delle nozioni basilari per poter comprendere la storia che lega i vari protagonisti: la storia d’amore tra Eric e Edward, le difficoltà ad intraprendere una normale vita di coppia, la scelta di adottare una bambina, un’aggressione subita da Eric in un bar da parte di un uomo. Alcune notizie ci vengono fornite anche a riguardo dei 4 dell’apocalisse, ma molto sintetiche, quasi fotografiche, giusto per far comprendere allo spettatore che quello che raccontano su di loro è effettivamente vero. Leonard è un educatore scolastico, le due donne sono rispettivamente un’infermiera e una cuoca, mentre il quarto è un balordo che ha trovato da poco un suo equilibrio emotivo. A chi credere quindi? di chi fidarsi? Il sacrificio che chiedono ai 2 padri è il più grande che si possa pretendere, ma anche la posta in gioco è altissima: la salvezza del mondo. 

Shyamalan punta tutto sul dubbio (come sempre nelle sue storie), e per i tre quarti del film funziona anche, il suo punto debole (a mio parere) rimane sempre il solito: quando deve sciogliere i nodi del pettine. A quel punto la soluzione appare alquanto debole e poco incisiva, quasi a voler terminare in maniera frettolosa un qualcosa che avrebbe meritato più impegno. Scegliere l’apocalisse come soggetto è stata una mossa vincente, lo svolgimento è molto intrigante e ben congeniato, puntando tutto sul ritmo del susseguirsi degli avvenimenti, ma l’epilogo lascia alquanto insoddisfatti.

Dopo il buon “Old”, girato in piena pandemia, questo post pandemico “Bussano alla porta” porta ancora gli strascichi del virus che ci ha costretto a meditare su come tutto quello che si reputa normale, possa cambiare nel giro di un attimo. Pare che il regista ci indichi la strada di una volontà divina (questa volta, a scapito della multinazionale farmaceutica di “Old”) nel volerci condannare con delle piaghe catastrofiche alla fine dei nostri giorni. Le immagini dei tg che i 4 cavalieri mostrano ai 2 padri per convincerli della veridicità delle loro parole, non sono altro (in effetti) che le notizie che ogni giorno riempiono le news di tutto il mondo: malattie, tsunami, terremoti e disastri aerei sono veramente le piaghe che un Dio adirato ci sta inviando per punirci? 

Shyamalan ha abbandonato da tempo i “morti che sono ovunque” e i supereroi dalle fragilità terrestri, ma si sta concentrando da tempo sulla famiglia “imperfetta” (in “The visit” i 2 ragazzi hanno i genitori separati e vanno a trovare dei nonni che non hanno mai visto, in “Old” la coppia si sta dividendo e lei ha un tumore) e sul mondo che non è ancora pronto a riceverla. In “Bussano alla porta”, Eric ed Edward devono andare a passare le loro vacanze in un posto solitario per poter vivere felici la loro normalità, ma anche nascondendosi dagli occhi del mondo devono fare i conti con il giudizio divino che li mette a dura prova. I 4 cavalieri non sono altro che i simboli del giudizio collettivo che ogni giorno una famiglia come la loro deve affrontare. Il finale del film è (a parer mio) solo apparentemente positivo, ancora una volta un eroe solitario si sacrifica per il bene del mondo ma a scapito del proprio universo affettivo.

Molto bravi gli attori, e soprattutto la piccola Kristen Cui (Wen), Shyamalan è sicuramente uno dei registi più bravi a tirare fuori il meglio dagli attori bambini.

Kristen Cui, M. Night Shyamalan

Bussano alla porta (2023): Kristen Cui, M. Night Shyamalan

 

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