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Doc

Regia di Frank Perry vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Doc

di Ethan01
8 stelle

In linea con gli stilemi della New Hollywood, all'epoca al suo apogeo (siamo nel 1971), ennesima versione, rivista e corretta, del celeberrimo duello all'O.K. Corral, evento molto (persino troppo) frequentato dal cinema americano.

Certo, la pellicola di Frank Perry fa letteralmente a pugni con le versioni precedenti dell'episodio in questione, in particolar modo con "Sfida infernale" (capolavoro) di John Ford: Wyatt Earp diventa uno "sbirro fascista" [Quentin Tarantino, Cinema Speculation], corrotto, violento e intrigato nella politica; il ritratto della frontiera è tutto fuorché idealizzato, come anche quello dei suoi abitanti (cowboys rozzi e imbruttiti, prostitute, etc..); nello scontro finale Earp spara per primo e a tradimento, poiché i Clanton non erano ancora pronti a far fuoco.

In un West sporco e senza eroi, in cui i disonesti sono ormai parte del sistema e infatti si nascondono sotto una finta facciata di perbenismo (ad esempio andando in chiesa tutte le domeniche), gli unici personaggi che sembrano avere una morale e una certa dose di umanità sono invece coloro che vivono ai margini della società, ovvero la prostituta Katie e il tisico Doc (e in effetti sono gli unici personaggi che si possano definire in qualche modo positivi, nel loro anelito ad una vita futura migliore e più "pulita").

La regia di Perry è antispettacolare e sceglie un piglio decisamente realistico, come già anticipato; si serve inoltre abilmente della fotografia chiaroscurata di Gerald Hirschfeld, con un risultato molto efficace, anche se meno stilizzato rispetto al coevo "I compari" di Robert Altman.

Il cast comprende soltanto una vera e propria star, ovvero l'ottima Faye Dunaway; abbiamo poi un attore all'epoca quasi esordiente ma che non riuscirà mai a sfondare, cioè Stacy Keach, il quale, nei panni di Doc Holliday, dà una prestazione sobria ed incisiva; e infine un grande caratterista, ovvero Harris Yulin, memorabile nella parte del viscido Earp. Il resto del cast comprende attori poco conosciuti. Quasi assente la colonna sonora.

In definitiva una pellicola interessante nella sua prospettiva antiretorica, forse un po' troppo legata agli anni in cui fu girata, ma senz'altro più aderente alla realtà dei fatti storici rispetto alle precedenti versioni.

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