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Narvik: Hitler's First Defeat

Regia di Erik Skjoldbjærg vedi scheda film

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La recensione su Narvik: Hitler's First Defeat

di Furetto60
6 stelle

Film "bellico" che s'ispira a fatti realmente accaduti. Niente di originale, ma la regia è buona

Narvik, cittadina il cui porto è situato a Nord della Norvegia, affacciata sull’Oceano Atlantico, fu di fondamentale importanza strategica, nel corso della seconda guerra mondiale, in virtù della sua posizione geografica e per la vicinanza alle miniere svedesi di Kiruna, fonte di una delle più grandi risorse di minerali ferrosi del mondo, necessari all’industria bellica. Nell’aprile del 1940 la Germania di Hitler, violando la  neutralità del paese scandinavo, invase la Norvegia e occupò la  piccola città, in modo da acquisire il totale controllo dell'estrazione mineraria.La Norvegia non disponeva né  di un esercito addestrato, né di un arsenale adeguato, per poter affrontare una guerra di tali proporzioni e perciò il comandante locale fu costretto a firmare immediatamente la resa, tuttavia  un piccolo contingente di irriducibili soldati norvegesi non depose le armi e dopo 64 giorni  di combattimento, riuscì a forzare l’occupazione tedesca e a unirsi ai militari francesi e inglesi, costringendo alla ritirata i soldati nazisti, ma in seguito, i tedeschi si riappropriarono del territorio. Fin  qui la storia documentata, ma nel film,  Skjoldbjærg, quello di “Insomnia” per intenderci,  introduce dei personaggi di fantasia, che diventano i protagonisti di un racconto inventato. II caporale norvegese Gunnar Tofte va a trovare la moglie Ingrid e il figlioletto Ole, fruendo di  una licenza premio. Proprio quella notte, al suo ritorno nel campo, i soldati tedeschi sbarcano sulla spiaggia di Narvik, mentre il colonnello come già detto, si arrende subito, Gunnar e gli altri irriducibili organizzano una piccola resistenza, proprio lui colloca degli esplosivi sotto un ponte, per rallentare l’avanzata tedesca, ma  viene catturato e si sa che i nazisti non hanno molti riguardi per chi compie attentati contro di loro; tuttavia alla fine, non sappiamo come, riesce miracolosamente e inaspettatamente a uscirne vivo. Nel frattempo la moglie  Ingrid presta servizio come cameriera presso un hotel della zona, che all’arrivo delle truppe naziste viene da costoro “cortesemente” requisito; Ingrid è un abile poliglotta, cosi  grazie alle sue capacità linguistiche, fa da interprete sia per il console inglese, che per gli invasori  tedeschi: compito delicatissimo, una parola sbagliata può determinare una feroce rappresaglia. Durante un bombardamento il piccolo Ole si ferisce gravemente e necessita di urgenti cure mediche, ma la priorità per l’ufficiale nazista è mandare il sanitario in trincea a soccorrere i soldati tedeschi feriti, a questo punto Ingrid in preda alla disperazione,  come  “extrema ratio” rivela il nascondiglio di alcuni inglesi , che a lei si erano affidati per un posto “sicuro”, in cambio il bambino viene curato e si salva; l’evento diventa di dominio pubblico e quando i tedeschi si ritirano, Ingrid viene guardata con disprezzo e isolata dalla gente del posto, dunque decide di andarsene; nel frattempo torna Gunnar, all’inizio anche lui freddo nei suoi confronti, salvo ricredersi quando Ingrid gli svela  il motivo per cui ha tradito gli inglesi. Uscito a dicembre in patria, Narvik ha sbancato il botteghino. Film bellici ne sono stati girati “a iosa”, vado a memoria: “Full metal Jacket” “Niente di nuovo sul fronte occidentale”  “Salvate il soldato Ryan””Platoon” solo per citarne qualcuno. Questo prodotto cinematografico, che sicuramente non brilla per originalità, non si può annoverare tra i memorabili: lo sviluppo della storia non sorprende, l’ interpretazione piuttosto ingessata e impersonale, pathos ed emozioni latitano; tuttavia grazie a riprese di grande impatto visivo e ad una fotografia suggestiva, il film si lascia seguire senza annoiare.

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