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Vangelo secondo Maria

Regia di Paolo Zucca vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Vangelo secondo Maria

di hallorann
7 stelle

Paolo Zucca, dopo due commedie ibride (nel senso di satira e parodia mescolate), affronta una sorta di prova del nove con un tema alto. Su commissione dei suoi due numi tutelari: Barbara Alberti (scrittrice e musa dei salotti televisivi) e Amedeo Pagani (produttore e sceneggiatore), mette in scena una scommessa. Dal Vangelo secondo una Maria femminista che a fine settanta si ribellava a dio, all’arcangelo Gabriele, al disegno divino di portare in grembo il figlio che avrebbe salvato il mondo cattolico, tradizionale, conformista e financo superstizioso. Scandaloso più che blasfemo, perché di fatwa non se n’è mai sentito parlare. Era un contesto storico-sociale che permetteva una visione libera e anticonformista del mondo maschilista dell’epoca. Sta di fatto che il progetto è maturato nel regista oristanese fino a concretizzarsi in una produzione Sky importante (che significa compromesso previo vaglio censura preventiva): Maria ha il volto di un’attrice emergente Benedetta Porcaroli che la interpreta con il piglio giusto da ribelle alle regole del patriarcato. Giuseppe, il falegname maestro di vita e sapienza, ha il volto e il fisico statuario di Alessandro Gassman. Tra i due nasce un patto prematrimoniale in cui si antepone il sapere all’amore, l’emancipazione dall’ignoranza e dalla condizione di schiavitù data da un nucleo familiare opprimente e povero nell’animo. Nella coppia si insinua un terzo incomodo: Jahvè attraverso Gesù il salvatore.

 

Zucca e soci inventano una Galilea ambientata in una Sardegna da Archeo Tour, ottimo spot che non ha riferimenti filologici ma molta fantasia e reinvenzione di un mondo lontano. Consapevole che certi capolavori sono impossibili da replicare (se non da citare vagamente: Pasolini, Rossellini, fino ad Abel Ferrara), il regista dà un taglio azzardato (la lingua sarda come contorno e decorazione esotica) e si concentra sulla protagonista e sul rapporto tra i due celebri sposi. Essi si salvano reciprocamente, senza ricorrere all’elemento invasivo del divino, per amore solo per amore (per citare la dimenticata e migliore opera di Giovanni Veronesi, tratta a sua volta dall’umanissimo romanzo di Festa Campanile). Se complessivamente l’opera non convince, perché le tre epoche non collimano, resta la visionarietà cara all’autore de “L’arbitro”. In primis, la performance di Erode (impersonato dal magnetico Maurizio Lombardi) che vede in Maria la fine del suo regno e la disintegrazione di sé; la divina concezione musicata dalle pietre sonore di Pinuccio Sciola; le apparizioni folgoranti e quasi dispettose dell’arcangelo (bravo Giulio Pranno); infine l’incubo di Maria che si trasforma in statua (scena davvero inquietante e provocatoria). Reparto tecnico di prestigio e si vede.

 

Benedetta Porcaroli, Maurizio Lombardi

Vangelo secondo Maria (2023): Benedetta Porcaroli, Maurizio Lombardi

 

Alessandro Gassmann

Vangelo secondo Maria (2023): Alessandro Gassmann

 

Benedetta Porcaroli

Vangelo secondo Maria (2023): Benedetta Porcaroli

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