Regia di Giuseppe Lipartiti vedi scheda film
In un paesino di piccole e annoiate persone, Bastiano - da poco diventato accalappiacani - ha una relazione clandestina con una frivola nobildonna. Quando la cosa viene allo scoperto, Bastiano non trova di meglio che liberare i cani in massa, facendo dilagare il terrore di aggressioni e malattie.
Opera seconda del semisconosciuto Giuseppe Lipartiti - regista e sceneggiatore -, Gli scontenti è un titolo immeritevole del dimenticatoio in cui è presto finito. Trattasi infatti di una commedia leggera, ma dai contenuti satirici irriverenti e ben appuntiti, evidente frutto di una volontà di approfondimento critico delle storture e dei mali della società italiana dell'epoca. Non ci sono nomi di grande richiamo, ma una manciata di ottimi caratteristi (Mario Carotenuto, Lucia Banti, Sandra Milo, Carlo Campanini, Alberto Talegalli, Gianni Rizzo, Enrico Viarisio, Renato Speziali) e questo sicuramente può aver penalizzato la pellicola; a ben vedere però nei contenuti Gli scontenti non sfigura affatto se paragonata ai coevi titoli della cosiddetta commedia all'italiana: cinismo, perfidia, sarcasmo e il relativo spirito di denuncia sottotraccia non mancano in questo copione e le gag non sono quasi mai momenti di comicità fine a sè stessa anche se, con tanti attori brillanti in scena, i siparietti estemporanei non possono essere assenti del tutto. Basti vedere la prima sequenza per rendersi conto della cattiveria e dell'ironia dei toni: due uomini su un furgoncino valutano quale multa convenga (economicamente) loro rischiare. Lungi dal voler rispettare la legge, nel mero interesse personale, senza neppure chiedersi perchè le leggi esistano, dando per scontato che vadano aggirate sempre e comunque: eccoci arrivati al punto: se la trama del film può essere invecchiata in fretta e male, di certo lo spirito di fondo è ancora validissimo. 4/10.
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