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Panic

Regia di Henry Bromell vedi scheda film

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La recensione su Panic

di Decks
8 stelle

Panico. A volte quest'emozione, titolo del film, può essere ben celata da persone più o meno maniacali. E' il caso di Alex il cui padre gli insegna come controllare il panico in una situazione che gli capiterà molte altre volte. L'assassinio, che gelidamente si insinua in qualunque fotogramma. Alex è un insicuro, un pensieroso, ma soprattutto un debole. Killer non per scelta, suo padre lo ha spezzato e modellato, col suo carattere autoritario e delle parole forti, portandolo ad essere più una marionetta senza cuore, anziché una persona con una psiche ben definita. Alex come un moderno Edipo combatte contro il padre, che non solo gli ha portato via la sua esistenza, ma tenta anche di prendere suo figlio, come se volesse raggiungere quell'infinito (immortalità) di cui Sammy è così tanto incuriosito. Non sarà né l'amore né la psicoanalisi a far crescere la ribellione in Alex, ma il pericolo di essere spodestato nell'ultima figura di rilievo della sua vita. Quella di padre.

Ad aiutare il film vi sono le fantastiche interpretazioni di William H. Macy, Donald Sutherland e Neve Campbell. Il primo si attiene perfettamente alla parte pensierosa, fredda e insicura, con espressioni continue di profonda tristezza, quasi rassegnato al ruolo impostogli dal padre autoritario. Sutherland è crudele, borioso e mellifluo, riuscendo a dare i giusti toni al suo personaggio, rendendo questo antagonista minaccioso e persino austero, nel suo tirare i fili delle persone trasformandole quasi in delle macchine. Infine la Campbell ha maturato esperienza e riesce nel suo ruolo un po' maniacale a convincere il pubblico più dubbioso.

La regia seppure un po' piatta, riprende molti stilemi di maestri del genere Noir, effettuando un gioco di colori che rende tutta l'atmosfera glaciale e cupa, a tratti asfissiante (lo psicoanalista che vede sparire nell'ombra Macy). Con unica scena veramente satura di colori accesi, la fine dell'innocenza del giovane Alex, dove l'uccisione di un essere vivente lo faranno diventare presto uno strumento nelle mani di un uomo mostruoso, egoista più della sua creazione fredda e spietata che di suo figlio in sé.

 

Sceneggiatura e colonna sonora sono buone, anche se la prima rimane leggermente tediosa nella parte iniziale, dove gli eventi procedono con eccessiva lentezza e diretti da una regia ancora acerba. Per la colonna sonora niente da dire, se non che riesce a rendere la tensione ancora più forte nello spettatore, fino alla ribellione contro il dispotismo paterno. Momento pieno di suspance, cruciale e potentissimo. Un film ottimo che colpirà senz'altro per il suo clima cupo e delle interpretazioni di alto livello.

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