Regia di Ben Wheatley vedi scheda film
AL CINEMA
Torna in pista, anzi sulla scia dell'onda, il rude brontolone capitano di marina Jonas Taylor, sopravvissuto tenacemente alla furia del primo "Meg", ovvero di uno squalo preistorico dalle dimensioni di balena, sopravvissuto all'estinzione grazie ad una fossa abissale che lo ha custodito intatto e famelico, e recentemente tornato alle superfici terrestri mietendo terrore ne Shark - Il primo squalo, diretto nel 2016 da un non proprio brillante John Turteltaub, alle prese con un plot narrativamente piuttosto convenzionale e spossato da una retorica senza ritegno.
Stavolta la staffetta passa ad un autore decisamente più stimolante a livello artistico, ed un insospettabile sono ad ora in termini di produzioni commerciali. Se si fa eccezione per il non troppo indispensabile remake del Rebecca hitchcockiano, tale si rivela nel suo intero curriculum il cinquantunenne britannico Ben Weathley, noto per i suoi sarcastici noir indipendenti come Kill list (2012), Killer in viaggio (2013), I disertori (2014) e High Rise (2015).
Un regista per la prima volta, sorprendentemente coinvolto non solo in un blockbuster, ma in un seguito di quest'ultimo. Dopo un ironico incipit preistorico in cui, lungo tre soli minuti, viene rappresentata tutta la catena alimentare del periodo, dal moscerino al Megalodonte, protagonista della vicenda, la storia si sposta ai giorni attuali, nel momento in cui il Jason brontolone (che è un po' sempre lo stesso personaggio che il ruvido ma simpatico Statham finisce per recitare in ogni sua comparsa cinematografica) sta cercando di sgominare una banda di riciclatori di rifiuti tossici, in procinto di dileguarli senza alcuna remora nelle acque oceaniche internazionali.
Salvato in extremis da due suoi amici di avventure, il ricercatore torna alla sua base per essere coinvolto in una nuova missione esplorativa degli abissi. In loco, presso una fossa profonda oltre ogni sospetto, popolata da animali preistorici acquatici giganteschi, l'intrepido comandante si renderà conto come il vero problema non siano solo quei caratteriali mostri marini disturbati nel loro habitat e messi a contatto con una nuova forma di cibo rappresentata dalla fauna di superficie, ma ancora più una parte di suoi corrotti colleghi che intendono sfruttare le profondità marine a scopo di lucro, senza minimamente preoccuparsi della tutela dell'ambiente marino sottostante.
Ecco allora che il secondo Shark resta ancora un tipico filmaccio action senza alcuna pretesa narrativa o autoriale, ma si prende almeno la briga di lanciare un messaggio che, pur non avendo nulla di originale, almeno ribatte il tasto sulla dolente nota costituita dalla insensatezza del reiterato comportamento autolesivo che l'umanità stolta finisce per infierire contro se stessa e contro il pianeta che da secoli lo accoglie.
Un habitat che, ora più che mai, la razza dominante umana continua a dimostrare di non meritarsi, condannandosi all'estinzione con le proprie mani.
Si vedrà come al confronto di certi comportamenti autolesivi e incoscienti, le gesta incontenibili dei mostri primordiali che popolano il film si rivelano poca cosa, o almeno giustificati dall'indole cacciatrice che la natura ha instillato nei relativi DNA di questi mostri decisamente fuori contesto.
Wheatley, che c'è da augurarsi tuttavia non prosegua per questa strada costellata di superficialità e scarsa autorialità, ma che abbia accettato la sfida per sacrosante ragioni "alimentari" tutto sommato comprensibili, si rivela molto rispettoso delle ragioni narrative del primo e tutt'altro che esemplare episodio di Turtletaub, ma riesce a distribuire qua e là tratti del proprio noto ed apprezzato humor nero, che funziona e rende il filmaccio un prodotto solo in parte prolisso e sciocco come era lecito e naturale attendersi.
In ogni caso, Shark 2, che resta un film poco più che mediocre, si rivela, una volta tanto, un sequel nettamente superiore al primo, zuccheroso e anche un po' fiacco originale. Jason Statham ormai fa se stesso come appare in tutta la sua fortunata e un po' monocorde carriera, mentre il resto del cast si adegua al clima scanzonato di un giocattolone a sfondo giurassico prevedibile ma sufficientemente godibile rispetto a tanti ben più blasonati action estivi ancora in sala.
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