Regia di Ben Wheatley vedi scheda film
Jason Statham torna a dare la caccia ai megalodonti (e non il contrario, come la locandina vorrebbe farvi credere) con il seguito di Shark – Il primo squalo (solo ora mi accorgo di quanto il titolo fosse così minaccioso!) con un sequel che non rinuncia all’originalità pur non tradendo la sua smaccata anima di scombinato b-movie estivo.
In Shark 2 - L'abisso il regista inglese Ben Wheatley (Killer in viaggio, High-Rise – La rivolta, Free Fire, Rebecca) sostituisce il collega statunitense Jon Turteltaub che cinque anni prima diresse Shark – Il Primo Squalo partendo da un romanzo di Steve Alten e il cui seguito (Minaccia dagli Abissi) è alla base di questo nuovo adattamento, prendendo ciò che di buono era stato fatto precedentemente e cercando di replicare quel misto di cafonaggine & azione (e spaventi molto hollywoodiani) del capostipite non andando troppo per il sottile e puntando immediatamente su un intrattenimento che non richieda alcun tipo di impegno o predisposizione, ma il risultato, alla fine, è troppo ridicolo per spaventare davvero e troppo incerto per convincere il pubblico che sia soltanto uno scherzo.
Perché il cinema, soprattutto d’estate, vive anche di emozioni forti, di sussulti e di divertimento anche inconcludente e superficiale ma il segreto del successo, in questi casi anche così estremi, e di non prendersi mai troppo sul serio.
È grande quindi la delusione nello constatare come il grande divertimento al limite dell’idiozia (e anche oltre) promessa dall’ottimo trailer - costruito furbescamente sul successo del 1977 degli Heart, Barracuda - si materializzi solo a tratti in una pellicola che fa invece un’enorme fatica a trovare un equilibrio tra azione, suspense e ironia.
Il folle script firmato dal trio Jon Hoeber, Erich Hoeber, Dean Georgari, che avevano già lavorato all’originale del 2018, strizza l’occhio alla concezione postmoderna dello scult, ormai rivalutato sia dal pubblico che dalla critica, ma riesce soltanto occasionalmente a rendere interessante una trama spesso deficitaria di definizione e concretezza e se la prima parte, in modo alquanto originale (e inaspettato), muta forma per trasformarsi in un survival movie ambientato sul fondo dell’oceano, mostrando una faglia oceanica come un’ambiente alieno, affasciante almeno quanto pericoloso, negli ultimi quaranta minuti ripropone invece il finale del precedente capitolo ma ancora più esagerato, violento e folle trasformandosi un’improbabile sfida, sempre più fuori di testa, tra umani e mostri.
Nel cast ritorna (ovviamente) Jason Statham, star indiscussa della saga, insieme a Cliff Curtis, Page Kennedy e alla ormai cresciuta Shuya Sophia Cai mentre Li Bingbing non ha potuto prendere parte al sequel per i problemi avuti con il governo cinese, venendo sostituita da Jacky Wu Jing, icona del dinema d’azione cinese.
Tre tra i nuovi compaiono anche Siena Gullory, Skyler Samuels, Sergio Peris-Mencheta Barrio, Melissanthi Mahut, e Whoopie Van Raam.
Prodotto dalla Warner Bros. e da capitali cinesi, costato 185 milioni di dollari, è rimasto purtroppo schiacciato dal confronto tra l’epocale (!) Barbie e l’attesissimo nuova pellicola di Nolan, Oppenheimer, difficilmente riuscirà a eguagliare i 530 milioni di dollari de Il Primo Squalo, ma, a parte questo, anche come semplice divertimento estivo il film purtroppo non riesce a essere all’altezza dell’originale.
E delle aspettative.
VOTO: 4,5
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