Un figlio saggio lavora e vive da solo dopo essersi allontanato da una famiglia un po' complicata.
Ha trovato un posto sicuro e anche soddisfazioni lavorando nell'edilizia acrobatica, lasciando da parte la eventuale possibilità di distinguersi come fantino al seguito di un maneggio paterno mandato avanti da un genitore ombroso e dal carattere difficile, al punto da essere lasciato dalla pur amata moglie, e destinato ad una vita di solitudini e di amarezza.
Quando tuttavia il ragazzo viene a sapere che il padre si è infortunato nella gestione di uno dei cavalli appena acquisiti, a suo dire una scommessa, ma a tutti gli effetti un animale dal carattere piuttosto ingestibile, ecco che le vite dei due tornano a convergere, loro malgrado.
Dopo un confronto all'insegna della reciproca diffidenza, la collaborazione tra i due li spinge a scommettere sulle capacità solo intuite in capo al cavallo appena acquisito dal padre.
Poi si sa, la vita è un focolaio di speranze e di disillusioni, ma, nonostante la presenza del dolore e dell'insuccesso, saranno i legami familiari i veri puntelli che permetteranno ad un padre e a suo figlio di ritrovare quel rispetto reciproco che la spietata ruvidezza dell'esistenza, non aveva mai permesso loro di condividere in situazioni di vita che esulassero dall'emergenza.
Alla sua terza esperienza di regia, dopo lo straordinario ed indimenticato esordio con Anche libero va bene (2006, apprezzatissimo alla Quinzaine di Cannes 2006) e dopo il meno convincente Tommaso del 2016, l'ottimo attore Kim Rossi Stuart si conferma un regista intenso, in grado manovrare con un saldo controllo le pericolose regole del melodramma, agendo sulla storia in modo così disincantato e improvviso, da rendere lo spettatore schiavo di una vicenda che sa andare oltre i singoli episodi drammatici e la tristezza che essi si portano dietro, per tratteggiare con finezza i connotati di un rapporto padre-figlio davvero fuori del comune, ove le parole hanno da troppo tempo smesso di rappresentare una fase di comunicazione efficace per delineare la vera relazione simbiotica che tiene saldo oltre la vita un legame parentale così stretto e indissolubile.
Alla buona riuscita dell'opera, contribuisce non poco la presenza, nel ruolo del figlio, del bravo giovane attore Saul Nanni, credibile come figlio di cotanto padre anche già a partire da una certa assonanza fisica dei connotati facciali dei due.
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