Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film
La carriera di Squitieri cominciò nel segno del western, alla fine dei Sessanta; con lo pseudonimo anglofono, come andava di moda allora, di William Redford, il futuro regista di tanti lavori di cinema civile si fece le ossa con titoli come Io e Dio (1969) e, subito di seguito, questo Django sfida Sartana, la cui suprema fantasia inventiva già viene perfettamente descritta dal mesto e dozzinalissimo titolo. Tony Kendall e George Ardisson sono i protagonisti della pellicola, nella quale trovano spazio anche Josè Torres, Salvatore Billa, Fulvio Mingozzi e altri nomi di simile - modesta - levatura; anche il cast tecnico è lo specchio di una produzione al ribasso, se si eccettua il contributo per la colonna sonora, fornito da Piero Umiliani: e in effetti ascoltare il commento musicale di questo lavoruccio banale e stereotipato lascia molte più soddisfazioni che vedere il film in sè. Squitieri firma anche la sceneggiatura, sempre mantenendo lo pseudonimo di cui sopra; francamente è dura ricercare in Django sfida Sartana qualche elemento particolare che lo possa differenziare dal mucchio enorme di analoghe produzioni che in quegli anni il cinema nostrano sfornava incessantemente. Fortunatamente, molto presto il regista cambierà rotta e troverà la sua strada. 3/10.
Django torna in paese a cercare il fratello; l'ha ucciso Sartana. E allora Django sfida Sartana, salvo rendersi conto molto presto che non è lui l'uomo che sta cercando.
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