Regia di Pasquale Squitieri vedi scheda film
Seguendo la scia di sequel che proponevano l'incontro con due o più icone di un preciso immaginario, soprattutto horror, anche lo SW gioca le sue carte in proposito. L'operazione poteva essere un bell'esempio di gioco cinematografico, invece Squitieri, al western solo per ragioni alimentari e non autoriali, non s'impegna neanche quel poco che avrebbe potuto riscattare la pellicola. La storia è poco complicata, ma si fatica lo stesso a seguirla perchè non è ben rappresentata e la sceneggiatura chiaramente fa acqua in più punti, non tanto in plausibilità quanto in idee narrative mal scritte e mal tradotte in idee visive. Un banchiere avido di denaro decide di rapinare la sua banca, fingersi morto e dare la colpa al Sartana nerovestito giunto da poco a Tombstone. Tra i morti anche il fratello di Django, sospettato di aver collaborato con Sartana. Per vendicarlo Django stana Sartana e lo sfida, ma arrivati molto rapidamente alla verità si alleano e vanno direttamente a farsi giustizia nella tana del cattivo Singer alias Don Felipe, l'ex banchiere. Se c'è poco da salvare non si può comunque nascondere che è l'unico film in cui Django e Sartana, Kendall e Ardisson, s'incontrano. Questo suscita l'emozione cult nei fan del genere, ma non stempera la rabbia per un film che poteva essere curato meglio, soprattutto nei dialoghi e nel reparto decorativo: al di là del paesino western al Cave Film Studio, i costumi e i volti scelti per il film sono molto vicini alla recita scolastica. Le ambientazioni romane, storiche perchè tali sono, non brillano come in altri film, in cui forse c'era un'attenzione diversa alla confezione generale della pellicola.
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