Regia di Joe Johnston vedi scheda film
“JPIII”, come è rigorosamente definito da distributori e pubblicitari (il numero romano ”III” corrisponde all’unghiata del velociraptor), è più il trailer di un grande film (non fatto) che un film vero e proprio. Joe Johnston, messo al volante dal produttore esecutivo Steven Spielberg che aveva ben altro per la testa (leggi “A.I.”), se la cava in meno di 90 minuti: azzera tutto il côté-Crichton della saga (la divulgazione scientifica) e sforna avventura allo stato puro. La trama è semplicissima: un ragazzino sventato finisce su Isla Sorna, dove ovviamente molta roba (altro che “qualcosa”) è sopravvissuta, e i genitori partono a salvamento trascinandosi appresso il recalcitrante dottor Grant. La sceneggiatura ha buchi paurosi, gli attori sembrano sognare soltanto la fine delle riprese, ma i dinosauri sono bellissimi: rispetto al primo “Jurassic Park” del 1993 la tecnologia ha fatto passi da T-Rex, il realismo è assoluto e ai velociraptor non manca nemmeno la parola. Nuove star: lo spinosauro, un bestione che si mangia i T-Rex a colazione (ma ingoia anche, e mal gliene incoglie, un telefonino che dà vita alle uniche gag divertenti del film), e gli pterodattili che nel finale volano, liberi e felici, verso “JP4”.
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