Regia di John Blanchard vedi scheda film
Casa isolata, una biondina risponde al telefono e risponde la voce di un maniaco che le sottopone dei quiz sui film dell’orrore. Ma si inseriscono avvisi di chiamata, interruzioni ecc. È, tanto per dare l’idea, la scena più divertente di “Shriek”, una delle imperdibili anteprime balneari che hanno funestato la penisola tutto agosto, in attesa di rimanere qualche giorno in sala per essere dirottate subito in home video e pay-Tv. La vicenda prosegue in un college dove i ragazzi muoiono come mosche, e dove un ragazzo con oscuro passato deve indagare. La trama ovviamente conta poco. La cosa che davvero deprime è la mancanza di candore nella parodia. Abbott e Costello o Franco e Ciccio sono lontani mille miglia: qui, nonostante l’esibita volgarità, è tutto un giochetto goliardico da studentelli di cinema. Ma se l’ironia cinefila può anche produrre, mettiamo, “Frankenstein junior”, la memoria dei nuovi umoristi si ferma al “Silenzio degli innocenti” (o al massimo a “Shining”). Quando si arriva all’imitazione (”Shriek”) del seguito (“Scary Movie 2”) della parodia (“Scary Movie”) di un film (“Scream”) costruito tutto di citazioni all’horror recente (“…”!) l’impressione è che oltre ci sia solo la morte del cinema.
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