Regia di Doug McHenry vedi scheda film
“Kingdom Come” è una commedia all-black che ha riscosso un gran successo in teatro per varie stagioni. Nella versione cinematografica il cast rimane di soli neri, a tracciare il ritratto della famiglia Slocombe che si ritrova al funerale dell’odioso capofamiglia. Dalla madre (Whoopi Goldberg) giungono così il sognatore e fallito Junior, che ha venduto tutto per investire in una macchina per pulire parcheggi; Ray Bud, lavoratore con la testa sulle spalle; più la sorella di Whoopi, bigotta con un figlio in galera e un altro nullafacente. Come si poteva prevedere, durante le esequie si scatenano conflitti, rivalità, cattiverie. Ritratto di borghesia in nero, ma Spike Lee è lontano, e il film ha lo stile e i tempi della sitcom (con quella caratteristica aria “via cavo” che affligge molto cinema medio statunitense). Certo, per l’estrazione sociale da piccola borghesia proletarizzata, e per la cattiveria di alcune situazioni, più che “I Robinson” sembra “Sanford e Son” (telefilm cultissimo delle private: chi se lo ricorda?). E poi la compagnia di attori è di ottimo livello. La cosa davvero incongrua, piuttosto, è la scena finale in cui i personaggi sono sommersi da una sequela di peti.
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