Alla morte del signor Harrigan, il ragazzo che fino all'ultimo ne era amico e faceva strani lavoretti per suo conto infila il suo cellulare nella tasca del suo abito, proprio poco prima che l'uomo venga sepolto. Dopo il funerale il ragazzo manda un messaggio al cellulare di Harrigan, rimanendo ovviamente scioccato dal fatto di ricevere un messaggio di risposta.
Macchè orrore. E' un film che parla di percorsi interiori, elaborazione della perdita genitoriale precoce e una visione originale sul ruolo della tecnologia. L'attenta regia poi completa la realizzazione di questo film, da sufficienza piena, aldilà del semplice intrattenimento.
Piacevolissimo e leggero thriller, di quelli che ti fanno pensare, anziché tenerti sulle spine. Davvero un buon film che ha qualcosa da raccontare, grazie alla trama di Stephen King (produttore esecutivo) e autore della novella dal quale è tratto. Il film fa riflettere lo spettatore sull'uso della tecnologia e su altri temi importanti. Voto: 7
Da un racconto del sempre prolifico e originale Stephen King, è uscito fuori questo thriller psicologico dalle venature horror che offre alcuni dialoghi e riflessioni interessanti, oltre ad un performance ottima del sempre carismatico Donal Sutherland. Nel complesso però qualcosa non convince del tutto, soprattutto nell'affrettato finale.
Una pregevole fotografia, dialoghi interessanti con una graditissima riflessione socio-esistenziale (siamo noi a possedere gli oggetti, oppure loro noi?), e un cast curato non bastano a riscattare una trama sfilacciata e irrisolta, che suggerisce continuamente qualcosa che però alla fine nega. Peccato!
Non è un horror ma quasi, non è un thriller ma quasi, ha comunque gli ingredienti tipici di un racconto di Stephen King. Una visione forse la merita, ma giusto una… Mio voto: 6.
Da un racconto breve (per fortuna) di Stephen King, l'ennesimo film didascalico, in grado di stimolare il falso buonismo dello spettatore prevenuto (guai a mettere in discussione, nemmeno una volta, il talento dello scrittore del Maine). Molto ben sceneggiato e interpretato, poco spettacolare, per nulla cinematografico. Da vedere, solo una volta.
C'è campo al camposanto, ovvero: etical-moral (& social) trading on-line [piccoli aiuti capitalisti dall'aldilà (o, meglio, al di qua, ma six feet under...), e l'evoluzione dell'iPhone].
Siamo ad Harlow, piccola città sita nelle campagne del Maine, dove vive John Harrigan, alias Donald Sutherland, un eccentrico miliardario senza famiglia, che vive solo con la servitù in un'immensa villa, poco amato per il suo carattere burbero e la sua spregiudicatezza nel mondo infido degli affari,unite ad una proverbiale taccagneria;la stampa nazionale spesso ne ha fatto… leggi tutto
C'è campo al camposanto.
Se Tullio Dobner (1946-2018) nel corso dei decenni e Luca Briasco, Wu Ming 1 (Roberto Bui), Stefano Bortolussi, Giovanni Arduino, Bruno Amato, Adriana Dell’Orto, Maria Teresa Marenco, Beata Della Frattina, Brunella Gasperini, Delio Zinoni e tanti altri in quello degli anni si sono occupati del tradurre - in senso letterale:… leggi tutto
2003. Il piccolo Craig (Jaeden Martell) vive con il padre (Joe Tippett), rimasto precocemente vedovo, nella piccola cittadina di Harlow (Maine). Per aiutare economicamente il genitore, accetta di lavorare per l'anziano Harrigan (Donald Sutherland), definito il più ricco del Maine ma, in realtà, uomo solo, privo di affetti, legato unicamente al "vero valore del… leggi tutto
Il breve dialogo sulla vera natura di Internet e smartphone (a parte lo scivolone sulle "fake news", che è un modo, per chi controlla i media, di controllare pure Internet, proclamandosi detentore assoluto della verità e così ghettizzando chi non obbedisce al "credo" istituzionale) da solo è più che sufficiente per indurre a consigliare la visione di questo…
Non è un horror ma quasi, non è un thriller ma quasi, ha comunque gli ingredienti tipici di un racconto di Stephen King. Una visione forse la merita, ma giusto una… Mio voto: 6.
Come al solito, non sopportando più il doppiaggio, ho visto il film su Netflix in lingua originale con gli indispensabili sottotitoli.
La mia recensione è breve…
2003. Il piccolo Craig (Jaeden Martell) vive con il padre (Joe Tippett), rimasto precocemente vedovo, nella piccola cittadina di Harlow (Maine). Per aiutare economicamente il genitore, accetta di lavorare per l'anziano Harrigan (Donald Sutherland), definito il più ricco del Maine ma, in realtà, uomo solo, privo di affetti, legato unicamente al "vero valore del…
C'è campo al camposanto.
Se Tullio Dobner (1946-2018) nel corso dei decenni e Luca Briasco, Wu Ming 1 (Roberto Bui), Stefano Bortolussi, Giovanni Arduino, Bruno Amato, Adriana Dell’Orto, Maria Teresa Marenco, Beata Della Frattina, Brunella Gasperini, Delio Zinoni e tanti altri in quello degli anni si sono occupati del tradurre - in senso letterale:…
Siamo ad Harlow, piccola città sita nelle campagne del Maine, dove vive John Harrigan, alias Donald Sutherland, un eccentrico miliardario senza famiglia, che vive solo con la servitù in un'immensa villa, poco amato per il suo carattere burbero e la sua spregiudicatezza nel mondo infido degli affari,unite ad una proverbiale taccagneria;la stampa nazionale spesso ne ha fatto…
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Commenti (10) vedi tutti
Ben girato e sceneggiato, fra il mystery e thriller.
commento di gruvierazMacchè orrore. E' un film che parla di percorsi interiori, elaborazione della perdita genitoriale precoce e una visione originale sul ruolo della tecnologia. L'attenta regia poi completa la realizzazione di questo film, da sufficienza piena, aldilà del semplice intrattenimento.
commento di bombo1Piacevolissimo e leggero thriller, di quelli che ti fanno pensare, anziché tenerti sulle spine. Davvero un buon film che ha qualcosa da raccontare, grazie alla trama di Stephen King (produttore esecutivo) e autore della novella dal quale è tratto. Il film fa riflettere lo spettatore sull'uso della tecnologia e su altri temi importanti. Voto: 7
commento di GARIBALDI1975Da un racconto del sempre prolifico e originale Stephen King, è uscito fuori questo thriller psicologico dalle venature horror che offre alcuni dialoghi e riflessioni interessanti, oltre ad un performance ottima del sempre carismatico Donal Sutherland. Nel complesso però qualcosa non convince del tutto, soprattutto nell'affrettato finale.
commento di Fanny SallyUna pregevole fotografia, dialoghi interessanti con una graditissima riflessione socio-esistenziale (siamo noi a possedere gli oggetti, oppure loro noi?), e un cast curato non bastano a riscattare una trama sfilacciata e irrisolta, che suggerisce continuamente qualcosa che però alla fine nega. Peccato!
leggi la recensione completa di Souther78Non è un horror ma quasi, non è un thriller ma quasi, ha comunque gli ingredienti tipici di un racconto di Stephen King. Una visione forse la merita, ma giusto una… Mio voto: 6.
leggi la recensione completa di CavesOfSteel64Da un racconto breve (per fortuna) di Stephen King, l'ennesimo film didascalico, in grado di stimolare il falso buonismo dello spettatore prevenuto (guai a mettere in discussione, nemmeno una volta, il talento dello scrittore del Maine). Molto ben sceneggiato e interpretato, poco spettacolare, per nulla cinematografico. Da vedere, solo una volta.
leggi la recensione completa di undyingC'è campo al camposanto, ovvero: etical-moral (& social) trading on-line [piccoli aiuti capitalisti dall'aldilà (o, meglio, al di qua, ma six feet under...), e l'evoluzione dell'iPhone].
leggi la recensione completa di mckUna banalità eccezionale.
commento di PieroBuona riduzione cinematografica di un ottimo racconto di Stephen King. Donald Sutherland giganteggia
leggi la recensione completa di Furetto60