Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Tutto è descritto, raccontato, spiegato tramite le parole di quel periodo sopravvissute fino ad oggi. Ci sono i discorsi di padre Vieria, le sue prediche, le sue difese davanti all'Inquisizione e c'è una camera quasi sempre fissa, di una staticità quasi fastidiosa che assicura la supremazia della parola sull'immagine; ma il 92enne De Oliveira è tutt'altro che sprovveduto e allestisce - come sua abitudine - veri e propri quadri viventi in scena. Poca dinamicità, tante riflessioni: come biografia è senz'altro atipica, del resto il protagonista è un religioso piuttosto 'sopra le righe' per il suo ruolo. Ma in fondo sono gli scritti, i discorsi di tre secoli prima i veri protagonisti: ancora una volta De Oliveira ammonisce sull'importanza della memoria.
La vita del padre gesuita Antonio Vieria, che nella seconda metà del diciassettesimo secolo colonizzò in Amazzonia, venne torchiato dall'Inquisizione, si vide costretto a trasferirsi in Europa e riuscì a tornare in Brasile prima di morire.
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