Regia di Manoel de Oliveira vedi scheda film
Un film francescano, nel senso che èspoglio di componenti che abitualemnte adornano questo genere. Volutamente tale, ma regge un po' a fatica, non perché non sia interessante, lo è, solo che si rivolge, come dice il titolo, alla, parola e cinematograficamente questa regge, ma fino ad un certo punto.
Il cuore del film è bellissimo e quello che ci si propone dal titolo viene fuori senza false promesse, solo che la cinepresa scanza, a risparmio, le inquadrature, il pubblico lo si immagina, le immagini sono sempre riprese da un campo basso che tende d escludere; ecco io il cinema lo intendo anche così, ma quando si propaga nel tempo ha bisogno di sostegni migliori che sono le immagini per cui il cinema ha senso farlo.
Antonio De Viera ripensa, durante un processo presso il tribunale della Santa Inquisizione, al suo trascorso di predicatore dalle idee che non si assoggettano a situazioni accomondanti e che rispettano il genere umano.
La regina Cristina di Svezia, nella sua stimolante presenza a Roma. bella questa attricee brava in questo cameo
De Viera, ligio al suo ruolo fino alla morte, insegue l'idea del regista
Lo scrivano del predicatoire, qui in una parte poco significativa per il suo talento
Un regista, che lo sappiamo, sa di santità cinematografica, è vero che non corre dietro al gusto facile, ma alle volte esagera in questa sua nudità. Bresson celo ha insegnato prima.
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