Regia di Kiko Stella vedi scheda film
La precisa ricetta del cocktail Martini è il pretesto di partenza per una serie di discussioni tra amici e generici conoscenti in un locale di Milano frequentato da una clientela post-yuppies.
Storie sentimentali più o meno fortunate (in media meno), vicissitudini di lavoro, speranze, idiosincrasie, delusioni e ambizioni: tutto ciò che concerne la quotidiana umanità della Milano da bere e da mangiare – tutto ruota attorno a un ristorante – di inizio terzo millennio, ma ovviamente non solo, è al centro di questa pellicola, tanto ambiziosa quanto mal riuscita. La sceneggiatura (di Francesco Bruni, Heidrun Schleef e Kiko Stella, che è anche il regista; da un romanzo di Marina Mizzau) è prepotentemente verbosa, carica di dialoghi e sottigliezze retoriche che molto presto finiscono per stancare lo spettatore, tra una “cit.” e l'altra, tra una frecciatina ironica e un moto di sarcasmo. Peccato perché la messa in scena è piacevole e nel cast non mancano nomi degni di nota: Flavio Bucci, Ivano Marescotti, Ennio Fantastichini e poi ancora Antonio Catania, Elena Sofia Ricci, Flavio Bonacci, Giulio Brogi, Sonia Bergamasco e Monica Scattini. Come si fa un Martini dura un'ora e mezza circa, ma sembra davvero non arrivare mai alla conclusione; e quando ci arriva in effetti non estrae dal cilindro alcun colpo di scena rimarchevole. Nonostante una carriera lunga ormai un quarto di secolo come produttore, sceneggiatore, attore e regista di documentari e corti, questo risulta essere il primo lungometraggio a soggetto per Stella. 3/10.
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