Regia di Kiko Stella vedi scheda film
Il titolo non ha il punto di domanda: Kiko Stella (al primo vero film: ”Live” era diretto in coppia con Bruno Bigoni) non chiede, ma spiega come si fa un Martini, anche se le scuole di pensiero sulla confezione della mitica bevanda restano molte, da Hemingway in giù. La battuta è ovvia e becera, ma siamo nel cuore della ”Milano da bere“: in un ristorante fighetto si radunano, ignoti gli uni agli altri, numerosi personaggi per lo più fatui e odiosi. Due coppie mature impegnate in giochi di corna, un cantante lirico che si vede piombare fra capo e collo l’anziano papà, un gruppo di yuppie che ha combinato un inopportuno appuntamento al buio per una collega, un famoso scrittore con la sua corte di lacchè. La notte passa, qualcuno svela i propri altarini, qualcun altro forse si risveglierà migliore, anche se ci penserà un fornello del gas lasciato aperto a fare giustizia. Ritratto corale di una borghesia allo sbando, il film è molto ambizioso ma manca di una sceneggiatura solida e di uno sguardo critico che unifichi il tutto. Vorrebbe essere “America oggi” ma è solo “Milano ieri”. Fra gli attori, alcuni sono bravissimi (Ennio Fantastichini, Monica Scattini, Giulio Brogi, Ivano Marescotti), altri davvero no.
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