Regia di Kiko Stella vedi scheda film
Sicuro è morto. Dopo una tempesta di telefonate, la Milano-bene si incontra ai tavoli di un locale alla moda. È qui che Kiko Stella, al suo primo lungometraggio, ambienta le storie tratte dai racconti Come i delfini, scritti dalla psicologa Marina Mizzau, che si era fatta conoscere per un bel saggio su L'ironia dato alle stampe per i tipi di Feltrinelli. Nella trasposizione cinematografica, seguiamo le vicende del rapporto eternamente conflittuale tra un padre gaudente (Brogi) e un figlio cantante lirico (Fantastichini), quelle di un gruppo di aridi e ipocriti intellettuali, quella di una ragazza (Sacchi) incapace di affrancarsi dalla dipendenza psicologica da un partner (Rocher) assai più in là con gli anni di lei, di un'amica (Ricci) costretta a confessare all'altra (Scattini) la relazione col marito di quest'ultima (Bonacci), di una coppia in crisi sentimentale e finanziaria e di un gruppo di impiegati di un'agenzia assicurativa che racconta ai commensali le ingerenze sul possibile decollo di una coppia di innamorati attempati. Già dal titolo, Stella suggerisce l'impossibilità di trovare certezze a partire da questioni come quella della giusta commistione di ingredienti che devono comporre un Martini. Raccogliendo le diverse storie sotto il comune denominatore di un'incomunicabilità dovuta al fatto che ciascuno di noi rimane ancorato alla propria posizione su qualsiasi cosa, atteggiamento che porta ineluttabilmente alla rottura, il regista meneghino indovina un crudo finale alla rovescia, nel quale l'unica coppia che si ama veramente muore tramortita da un'esplosione di gas. Consegnato ai dialoghi efficacissimi di alcuni fra i migliori sceneggiatori sulla piazza come Francesco Bruni e Heidrun Schleef (coadiuvati dal regista e dalla stessa Mizzau - che dal citazionismo intellettuale scendono ai ranghi della lana caprina -, fotografato benissimo da Italo Petriccione, imparentato con l'Altman di America oggi e lo Scola de La cena e diretto con mano sicura e qualche invenzione visiva, Come si fa un Martini è raccomandabile per la superba prova corale d'attori, tra i quali spicca una Elena Sofia Ricci che non è mai sembrata tanto brava. Sicuro è morto.
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