Regia di Nick Hamm vedi scheda film
Per vivere un'avventura insolita e sfuggire alla noia della gita scolastica o a quella del ritorno a casa, quattro figli di papà di un liceo inglese - due ragazze e due ragazzi - si fanno portare da un loro compagno (Brocklebank) in un bunker in disuso collocato nel bel mezzo di un bosco. Rimasti intrappolati all'interno del "buco" per dieci giorni, tre di loro soccombono mentre l'unica sopravvissuta (una Thora Birch assai maturata dai tempi de Il mio amico Zampalesta) dà conto di quanto avvenuto ad una psicologa, mentre il ragazzo che li ha accompagnati viene tenuto sotto torchio. Sembra che quest'ultimo abbia voluto compiere una crudele ritorsione, ma la realtà - ben più agghiacciante - è un'altra e il movente sta tutto in un innamoramento debordante.
Sceneggiato da Ben Court e Caroline Ip, il secondo lungometraggio di Nick Hamm cita successi coevi (The Blair Witch Project, Il collezionista) e passati (Picnic a Hanging Rock) e ricorre a un trucco - quello della ricostruzione inventata di sana pianta - che da I soliti sospetti in poi sembra affascinare molto la new wave hollywoodiana. L'impianto narrativo ha una solidità che sarebbe piaciuta a Hitchcock, l'atmosfera è sapientemente orchestrata in chiave psicologica su registri morbosi e claustrofobici, il finale non è affatto consolatorio. Quanto basta per confezionare un solido film di genere.
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