Regia di Babak Anvari vedi scheda film
Scrivere thriller ormai deve essere davvero faticoso. E tirare fuori storie contorte, dove nessuno ne fa una giusta, sembra essere lo sport preferito dall'uomo regista. L'iraniano Babak Anvari incarta di un debolissimo approccio thriller un film che vorrebbe dedicarsi e sviscerare anche altre tematiche, dall'immigrazione al razzismo all'omofobia, ficcandosi in vicoli ciechi che non approfondiscono affatto e, anzi, mettono in luce solo personaggi streotipati e insensati (come la mamma psicologa che ovviamente non comprende il proprio figlio). Il cattivo dell'occasione è un altro fenomeno maldestro e pasticcione che se la cava solo per la maggiore tontoloneria di chi lo sospetta. Insomma tra un "machedavero" ed un altro si arriva alla fine desolatamente affranti da tanta pochezza.
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