Regia di Renny Harlin vedi scheda film
I giorni di tuono di Sylvester Stallone, appassionato di Formula Uno, da anni impegnato in questo ambizioso progetto. Un film sulle gare automobilistiche con contorno di storie d’amore, soldi, legami familiari traditi, rivalità virili. Sly è un pilota richiamato dal caposcuderia Burt Reynolds: aveva lasciato i circuiti per crescere come uomo ma l’odore della benzina nei box profuma di vittoria, ed è irresistibile. Dovrà svezzare un campioncino in erba, chiamato a competere con il sosia di Schumacher. Stallone cura la sceneggiatura (che grida vendetta tanto è brutta) e affida la regia all’amico Renny Harlin (“Cliffhanger”), padre spirituale di tutti gli “shooters” di Hollywood, i registi videoclippari e pubblicitari, tipo Michael Bay e Dominic Sena, che stanno rovinando il cinema americano spettacolare. La messa in scena di “Driven” cerca di nascondere con la velocità la propria inconsistenza. Due le situazioni “scult” destinate all’antologia del peggio: una gara a trecento all’ora nel centro cittadino e un incidente sotto la pioggia dall’impossibile tempistica. Due anche le cose positive: Stallone doppiato non da Ferruccio Amendola ma da Massimo Corvo e l’ex campionessa di nuoto sincronizzato Estella Warren. Tutto il resto è da dimenticare in fretta.
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