Regia di Renny Harlin vedi scheda film
Ci troviamo dinanzi ad una pellicola che propone allo spettatore, un incursione nel mondo delle corse statunitensi delle velocissime Champ Car, fattore che dovrebbe certamente contribuire a rendere una pellicola di questo genere, particolarmente elettrizzante ed adrenalinica. Il film nasce da una sceneggiatura dello stesso Sylvester Stallone.
L'ignaro spettatore che giustamente sino ad allora era fermamente convinto di apprestarsi a visionare un prodotto di puro intrattenimento, composto da un mix di competizioni adrenaliniche, monoposto intente ad affrontare curve mortali immerse all'interno di nuvole di fumo, sportellate come se non esistesse un domani, purtroppo vedrà i propri sogni irrimediabilmente infranti e si ritroverà suo malgrado ad affrontare la cruda realtà.
Durante lo scorrere di due interminabili ore assistiamo ad un inquietante predominanza di dialoghi in capo-controcampo, accompagnati da inutili musiche smielate di sottofondo che hanno la pretesa di imporre il sentimentalismo ad ogni costo, all'interno di un fumettone dove indubbiamente dovrebbe essere l'azione a farla da padrone, mettendoci obbligatoriamente a conoscenza (nonostante non ci interessi affatto) di ogni singolo rapporto tra i corridori e le loro mogli, fidanzate, amanti, figli, fratelli, suocere, cugini di 3° grado, vicini di casa.
Dopo aver premuto il pulsante “Informazioni” sul telecomando della TV per verificare di non essere di fronte ad un episodio di Le tre rose di Eva, lo spettatore viene accolto finalmente dalle tanto acclamate competizioni. Il tutto viene istantaneamente vanificato da un montaggio talmente frenetico, che non rende possibile comprendere assolutamente nulla di quello che sta effettivamente accadendo in pista. Incredibile come anche le sequenze che dovrebbero apparire tra le più adrenaliniche del pianeta risultino di una piattezza sconcertante.
Dopo aver assistito ad un susseguirsi di trashate davvero degne di nota composto da edicole che scoppiano, vestiti di belle ragazze che si sollevano e tombini che decollano a causa dello spostamento d'aria generato dal passaggio delle monoposto, guidate in pieno centro cittadino a 380 km/h senza casco, dopo essersi sorbiti un ora e mezza di dialoghi stile CentoVetrine completamente inutili, sopraggiunge finalmente il tanto atteso (da chiunque sia tanto temerario da visionare Driven) finale. Superfluo specificare che ci troviamo di fronte al classico finale "piagnone" tipico di questo tipo di pellicole, dove tutti vincono, tutti trovano l'amore, tutti si accoppiano, tutti sono amiconi, tutti vivranno per sempre felici e contenti.
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