Regia di Tay Garnett vedi scheda film
Per fortuna non mi sono fidato di fatso. Piacevole film sulla genuinità dei sentimenti in una società formalista e ipocrita, che fa di tutto per soffocarli. Irene Dunne è come sempre molto brava e, se anche Tay Garnett non è un maestro dal polso di ferro, il film funziona egregiamente e marcia con moto uniformemente accelerato (sia per il ritmo che per la qualità) verso un gradevole e divertente finale. Il film è anche una bella riflessione sull'amore genuino che viene dal cuore, il quale richiede spesso (come dice il corteggiatore) scelte drastiche e tagli netti, altrimenti si perde l'unica occasione in cui esso ci si presenta. Solo il temporeggiare un po' può essere fatale. Colorita la rappresentazione della famiglia di lei, che mette anche il dito su una delle nostre piaghe moderne: le gemelle viziate e pestifere sono un esempio di bambini che allora c'erano solo nelle famiglie ricche, mentre oggi quasi in tutte. Anch'io quando mi sono sposato, ho dovuto fare press'a poco come Irene Dunne; la scena in cui i suoi familiari la assalgono con mille argomentazioni apparentemente invincibili per farla desistere è particolarmente ben fatta e realistica, tanto che rivedevo la mia vita. E' uno di quei bei film di una volta, di cui oggi si è persa la nozione.
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