Regia di Alberto Ferrari vedi scheda film
Anche se trailer e manifesti si guardano bene dal comunicarlo, il film è tratto da un vecchio romanzo del napoletano Vittorio Imbriani, “Dio ne scampi dagli Orsenigo”, ancor oggi godibile e cattivo. Il film invece è quanto di più sciatto e noioso si possa immaginare, indeciso tra storia d’amore e satira misogina d’antan. L’ufficiale Della Morte è un gran sciupafemmine, finché al ritorno dal fronte (siamo durante la grande Guerra) viene accalappiato dalla moglie di un finanziere milanese. E inizia il suo calvario di amante che vorrebbe liberarsi della donna cocciuta e invadente, ma viene sempre più attratto nelle di lei spire. Attori allo sbando, pressapochismi di messinscena (dal sonoro in presa diretta al montaggio). Il film, “di interesse culturale nazionale”, è pagato con soldi pubblici (così come l’altro capolavoro trash della stagione, “I giorni dell’amore e dell’odio”).
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