Regia di Pietro Germi vedi scheda film
Certo che la carica corrosiva dell'ironia di cui era capace Pietro Germi era dirompente davvero. A quasi mezzo secolo dalla sua uscita, "Divorzio all'italiana" è una satira che funziona perfettamente, che esplica certi inesorabili tabù e atteggiamenti atavici della Sicilia, estendendo certi malcostumi all'Italia tutta. Da applauso a scena aperta l'interpretazione del barone Patanè di Marcello Mastroianni, splendido in questo nobile debosciato, smidollato e figlio di buona donna, che per accaparrarsi i favori della giovanissima cugina ( una Stefania Sandrelli già bellissima) non esita a montare una messinscena per far fuori la moglie petulante. Il film è una commedia sceneggiata benissimo mista a un saggio antropologico dagli intenti popolari, vibrata per le assolate viuzze dense di tavolini frequentati rigorosamente da màsculi, a riprova di una natura maschilista che giustifica tutto in nome dell'Onore . Dotato di una fotografia che esalta i contrasti in bianco e nero sui volti e gli ambienti, questo lungometraggio germiano è, se non il suo migliore, un titolo da antologia del cinema italiano.
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