Regia di Sam Raimi vedi scheda film
Siamo dalle parti di "Twn Peaks" per atmosfere, varietà di personaggi, e il loro interagire. Siamo invece, abbastanza lontani sia dall'incubo lynchiano che dal cinema di Sam Raimi tout court. L'elemento soprannaturale non è buttato male nella sceneggiatura, ma la piega che il film prende (tra l'altro anche troppo tardi) poteva poi farne a meno di 'sto elemento. Non proprio hollywoodiano (vedi il finale), ma nemmeno l'esatto contrario (troppa compostezza, troppe spiegazioni verbali...). Il gioco cinematografico al quale ci ha ben abituati il regista, sia con il giocattolo-Campbell de "L'amata delle Tenebre", sia con il cult "Pronti a Morire" (il Gene Hackman più spietato), sia con il subliminale intreccio di cinema-mito-fumetto di "Spider-Man", qui in "the Gift" l'estetica di Raimi è sacrificata per un tentativo intimista, in parte riuscito, ma che, più che creare un bel film di genere, ha creato un ibrido, anche se di piacevole visione.
Bravo Reeves come cattivo, e bravo Ribisi come folle freak dal cuore d'oro.
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