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Haircut

Regia di Joaquim Sapinho vedi scheda film

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La recensione su Haircut

di alan smithee
7 stelle

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MUBI

In Haircut, Rita e Paulo sono due ventenni innamorati, o almeno attratti reciprocamente che, in pieni anni ’90, si ritrovano a vivere in una Lisbona tutta cantieri e fermento economico.

La voglia di cambiamento che già si respira nell’aria li induce a scegliere di vivere il giorno delle nozze come una giornata qualsiasi, affrontando il rito civile della loro unione alla stregua di un impegno burocratico qualunque.

Ecco allora che il vestito da sposa sarà rappresentato da un semplice foulard bianco indossato assieme ad un vestitino attillato che rende appropriatamente omaggio alle sinuose forme della bellissima Rita.

Ma il taglio di capelli moderno con cui la ragazza si presenta al suo sposo, che le sta bene ma sacrifica la chioma fluente della giovane, spinge lo sposo, in modo graduale e progressivo, a manifestare un certo senso di dissenso che può dare origine alla prima vera prova critica da superare dentro quell’unione ufficialmente celebrata solo poche ore prima.

Haircut è l’esordio alla regia in un lungometraggio del cineasta e produttore portoghese Joaquim Sapinho.

Presentata in Concorso al Festival di Locarno nel 1995, l’opera, vitale e realista, risulta attualmente visionabile sulla ricca piattaforma per cinefili Mubi.

A volte basta un particolare apparentemente insignificante per rivoluzionare il corso degli eventi.

L’esordio di Sapinho in un lungometraggio avviene con un film che pare improvvisato.

Ma la vitalità e il dinamismo che emergono in Haircut risultano il più concreto e straripante motivo che rende questo esordio un film notevole.

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Scene folgoranti, come quella degli attimi di complicità indolenti che si susseguono (ad esempio, nel corteggiamento amoroso e un po’ molesto dei due coniugi avvolti maliziosamente nel cellophane che copriva il materasso appena ricevuto in dono), che rappresenta, senza eccessiva arditezza di simbolismi, l’ermeticità del carattere differente di ognuno dei due. Nonostante l’alchimia reciproca che garantisce un’ attrazione smisurata e perfettamente condivisa  nella coppia.

La scelta di attori non professionisti così espressivi e dotati, su cui prevale la grinta e il fascino da nuova Beatrice Dalle di Betty Blue, che sprigiona il fisico e l’atteggiarsi nervoso e imprevedibile della splendida Carla Bolito, si rivela la  più azzeccata e vitale. In un piccolo film che ci racconta ordinarie quotidianità scosse da una rivincita dei sentimenti, che prevede anche il rischio di mettere in forse tutto il progetto di vita portato a compimento con la burocrazia di una firma nell’ufficio comunale.

Haircut resta alla memoria soprattutto per la capacità del regista di rendere solenni alcune rutilanti vicissitudini quotidiane che scandiscono il trascorrere dei minuti e dei nascenti rapporti coniugali tra due sposini stanchi di scontrarsi con l'ordinaria formalità ed inutili burocrazie.

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