Regia di Stellan Kendrick vedi scheda film
Quando le paure infantili diventano, tragicamente, realtà.
Una donna (Zoë Simpson Dean) viene fatta a pezzi dal suo ultimo amante (Courtney Gains). La piccola figlia della vittima, Gracie (Caige Coulter), tenta di sfuggire allo stesso destino rivolgendosi alla Bibbia.
Un corto davvero sintetico, con una colonna sonora ispirata da Tubular bells di Mike Oldfield (L'esorcista), che non supera i quattro minuti, ma che focalizza l'attenzione sulle paure infantili, quelle più verosimili. Una sera la piccola Gracie, mentre dormendo, avverte la madre urlare. Scopre con orrore che è stata fatta a pezzi dal patrigno. Gracie può solo appoggiarsi alla Fede, quella con la F maiuscola. Anche se questa, purtroppo, non sarà la soluzione migliore. Terzo corto, politicamente scorretto, di Stellan Kendrick, seguente Flint's lipstick red (2015) e String! (2016), un aspirante regista che sarebbe interessante vedere all'opera su un vero film.
Goodnight, Gracie: Caige Coulter
"È meglio non caricarsi di tante preghiere e pratiche di devozione, e farne poche con amore e fedeltà, malgrado il mondo, il diavolo e la carne."
(Louis Marie Grignion de Montfort)
Goodnight, Gracie (Stellan Kendrick, 2017)
F.P. 28/08/2022 - Versione visionata in lingua inglese (durata: 3'31")
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