Regia di Anna Foerster vedi scheda film
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VISTO SU NETFLIX NEL SETTEMBRE 2022
Fuga e inseguimento nella foresta alla scoperta di sconvolgenti vicende di famiglia. Ex agenti dei servizi segreti combattono coi fantasmi del loro torbido passato professionale e privato, in un mondo che sembra fatto per tutti i mali ma non per accogliere una bambina.
La regista Anna J. Foerster – formatasi alla corte del maestro del disaster movie Roland Emmerich - è al suo secondo lungometraggio per il cinema dopo Underworld: Blood Wars, deludente action horror del 2016. Inverte in immagini una scrittura (Cohn e Stanley) che si ispira a decine di storie che alla base hanno la fuga dal mondo, l’isolamento sociale con il rifugio nei boschi per condurre una vita ai limiti del barbonismo.
Protagonista principale di questa scelta di vita estrema è il personaggio che poi dà il titolo alla pellicola, Lou appunto, incarnata dall’attrice Allison Janney, acclamata e premiata nel 2017 per la parte in Io, Tonia (di Craig Gillespie). Janney è efficace a sufficienza a trasmettere la degenerazione in misantropia del carattere di questa donna segnata dal dolore e dalle brutture viste nel passato ma resta ingessata da una sceneggiatura troppo piatta. Al suo fianco aveva una buona occasione Jurnee Smollett (The Great Debaters. Il potere della parola nel 2007, al fianco del grande Denzel Washington, anche regista in quell'occasione) ma pure lei, tuttavia, è penalizzata da una parte poco più che abbozzata che non riesce a creare il giusto grado di empatia con lo spettatore. Lo stesso vale per Logan Marshall Green, visto nel per me deludente Upgrade (2018).
Le tempeste d’acqua e vento che con puntualità sconvolgono i boschi del nord degli Usa in cui si tenta di restare al riparo dalla vita, non sono nulla in confronto agli sconvolgimenti psichici e sentimentali che cambiano per sempre le persone e i loro rapporti, siano essi persino tra una madre e un figlio. Guardabile ma senza troppe attese. Voto 5,2.
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