Regia di Craig B. Baxley vedi scheda film
I film tratti dai romanzi di Stephen King hanno il difficile compito tradurre in linguaggio cinematografico i profondissimi concetti e messaggi dei rispettivi libri di quest'autore. Questo film in tre puntate è come un viaggio onirico attraverso la coscienza (in questo caso la "cattiva coscienza") universale fatta emergere attraverso il terrore che questo personaggio di nome Linoge suscita negli abitanti dell'isola. Linoge (interpretato magistralmente da Colm Feore) giunge su quest'isola e tiene psicologicamente in ostaggio gli abitanti mediante la conoscenza delle colpe di ciascuno, velate sotto una coltre di perbenismo e normalità. Linoge non è nè buono nè cattivo ma soltanto un "mezzo" per far emergere ciò che già è in potenza nei personaggi: l'istinto omicida e ogni sorta di perversione. E' l'orrore della normalità, rappresentata metaforicamente dall'isola che separa i personaggi dal resto del mondo, li racchiude in un circolo vizioso senza sbocco. Linoge è in questo senso un "salvatore", uno "spirito del mondo"che, allo stesso tempo, è al di sopra del mondo. "Datemi ciò che voglio e io me ne andrò": può essere interpretato come un sussulto di coscienza: "la verità nascosta si trasforma in veleno"; non sono le cattive azioni a macchiare le coscienze, è il velo sotto cui sono nascoste, l'ipocrisia. Al di là dell'ipocrisia ogni cosa è innocente, oltre il limite del bene e del male.Il film tiene dall'inizio alla fine con il fiato sospeso e l'attenzione imperniata attorno alla splendida figura di Linoge; le 4 ore trascorrono senza nemmeno accorgersene. Alla fine rimane impresso nella mente come un sogno bellissimo e sconvolgente. Spettacolare.
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