Regia di Yasujiro Ozu vedi scheda film
Questo "Inizio di primavera" è il primo film girato da Ozu dopo il suo capolavoro assoluto "Viaggio a Tokyo" del 1953. Con una durata di 140 minuti circa è anche il suo film più lungo, ricco di personaggi minori e di storie parallele a quella principale, che riguarda la stanca routine di una coppia che si spezza quando il marito tradisce la moglie. L'adulterio era un argomento insolito per il regista, trattato su un tono piuttosto grave per quanto depurato da scorie melodrammatiche, e si unisce a una rappresentazione decisamente poco glamour della condizione impiegatizia, che ha spinto qualcuno a vedervi un precursore orientale de "L'appartamento" di Billy Wilder. È un film impegnativo come altri dello stesso autore per cui si può usare il termine "minimalista"; certo affronta molti temi come il senso della vita di fronte alla morte, nella scena in cui il protagonista va a trovare un amico morente che all'improvviso rivaluta i suoi piccoli rituali quotidiani e scopre la bellezza delle piccole cose. Nel finale comunque vibra un netto invito alla speranza e alla tenacia di fronte alle avversità che permetterà alla coppia di andare avanti su nuove basi. Fra gli attori, tutti ottimamente diretti come sempre, l'unica che conoscevo è Keiko Kishi che interpreta il ruolo dell'amante e a cui la sceneggiatura riserva battute di carattere protofemminista. Non è l'Ozu più grande, a tratti risulta un po' prolisso, ma è pur sempre l'opera umanitaria e appassionata di un grande regista, a cui risulta difficile dare meno di un 4 stelle.
Voto 8/10
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