Regia di Allan Ungar vedi scheda film
I titoli di coda di questa pellicola svelano quello che credo sia un record: 81 tra produttori, produttori esecutivi, co-produttori. Li ho contati due volte: OTTANTUNO !
O tutti sgomitavano convinti di raccogliere una valangata di nominations o nessuno era disposto a scommettere più di 1.000 dollari per questa produzione; l’assenza di nomi di spicco (Spielberg, l’impagabile DeVito, i fratelli Weinstein, la Kennedy, etc…) mi fa propendere per la seconda ipotesi.
In ogni caso il risultato dell’impegno di questo esercito di persone non è certamente dei migliori: trama deboluccia, fotografia scarsina, colonna sonora miserella.
Un velo di tristezza cala anche sui protagonisti:
- la Cuthbert è sempre vestita “a sacco” con taglie oversize: è vero che sono passati quasi 20 anni da “La ragazza della porta accanto” (dov’era costantemente discinta), però ad appena 40 anni non può fumarsi così la sua carta vincente…
- Duhamel regge meglio la parte e il passare degli anni (oltre 10 dal fisicaccio sciupafemmine di “Tre all'improvviso”), sfoggiando sempre un sorriso accattivante;
- Gibson in una comparsata “alla Bruce Willis”, che poteva anche risparmiarci.
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