Regia di Tom Stoppard vedi scheda film
L’idea di partenza poteva sembrare geniale: prendere due personaggi minori e sostanzialmente intercambiabili dell’Amleto (compaiono sempre insieme sulla scena, tanto che vengono confusi; nessuno dei due agisce autonomamente dall’altro), affidarli a due attori con le facce un po’ così (Gary Oldman e Tim Roth), assegnar loro dialoghi intorno ai massimi sistemi e inserirli in una storia a loro incomprensibile, per vedere l’effetto che fa. Poi però ci si incarta in un gioco metateatrale davvero troppo insistito; e, nonostante qualche momento divertente possa motivare un giudizio di sufficienza, la presunzione di Stoppard nell’usare Shakespeare come pretesto per imbastire un giochetto intellettuale fine a sé stesso risulta fastidiosa e merita di essere punita.
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