Regia di Jaume Balagueró vedi scheda film
"La terza madre", secondo Jaume Balagueró. Ovvero, quando le streghe incontrano Ramba. Un film che, subirlo sino alla fine, rappresenta una vera e propria tortura psicologica.
Madrid. La cubista Lucía (Ester Expósito) decide di sistemarsi economicamente, rubando un carico di "pasticche" ai suoi datori di lavoro. Una notte lascia in anticipo la discoteca in cui si esibisce portandosi dietro la preziosa borsa, riuscendo spericolatamente ad eludere un controllo. Costretta a darsi alla fuga, in quanto identificata da un boss malavitoso, decide di raggiungere la sorella Rocío (Ángela Cremonte), residente assieme alla piccola figlia Alba (Inés Fernández) in un complesso residenziale denominato "Venus Building". Sin da subito emergono contrasti tra le due sorelle, per il loro differente modo di vivere. Un giorno Rocío scompare, senza dare alcun preavviso. Lucía, costretta a prendersi cura della nipote Alba, scopre che nell'enorme palazzo, ora abitato solo da tre stravaganti donne anziane, fatti di sangue sono accaduti in passato: suicidi, cannibalismo e altri terribili incidenti...
Jaume Balagueró continua, nonostante la pessima accoglienza del pubblico riservata a La settima musa, ad imitare Dario Argento. In particolare tenta, lavorando ancora una volta su una disarmante sceneggiatura di Fernando Navarro, di dare una sua personale conclusione (fingendo l'inesistenza del terzo capitolo diretto da Argento) alla serie sulle Tre Madri, avviata con Suspiria e proseguita con Inferno. Le annunciate - dallo stesso Balagueró - influenze sul soggetto, attribuite in parte anche a Lovecraft, sono puramente speculative (non è presente, in Venus, nessun riferimento al citato The Dreams in the Witch House). Anche questa terza (e spuria) "Madre del Dolore", di nome Lamaatshu, è un'indiscussa regina nera in simbiosi con l'edificio maledetto, si nutre di lacrime, dolore e sofferenza evocando perciò, in maniera nemmeno troppo velata, una ufficiosa contiguità con le idee alla base della trilogia italiana. Purtroppo, Venus è puro cinema alla Balagueró: per oltre un'ora abbondante succede poco o nulla di interessante, mentre le discrete scenografie e le buone interpretazioni vengono sminuite da una cinematografia di stampo televisivo, pressoché identica a quella di pellicole giustamente dimenticate (Nameless e Darkness), con una routinaria fotografia tendente ad evocare tonalità fredde (grigio e azzuro sono i colori predominanti). Quando il racconto procede per vie "soprannaturali", subentrano brutti effetti in CGI (l'eclissi) e finalmente alcune sequenze splatter (piuttosto discrete, pur se centellinate). Giunto ad oltre due terzi di girato e perso ormai il controllo della situazione, Balagueró inserisce una serie di scene suggestive, almeno quanto ingiustificate (con presenza di rituale magico, serpenti e non meglio precisati adepti), mentre la protagonista, sventrata con un coltello, continua per un tempo indefinito ad arrancare, strisciando sul pavimento, ormai morente, in un desolante appartamento. Poi arriva il punto più basso di un'opera, fino ad ora, a dir poco sgradevole: Lucía, tramutata in una sorta di Rambo al femminile, si cuce la pancia, ingerisce una manciata di pastiglie (svolta in arrivo da Revenge) e, miracolosamente, al grido di "Vamos a bailar" (sic) diventa l'ennesima agilissima supereroina spaccatutto, in grado di far piazza pulita dei cattivoni reali (gli spacciatori sulle sue tracce) e soprannaturali (le tre streghe). Al confronto di questo inguardabile accumulo di idiozie, La terza madre torna ad acquistare un suo inestimabile valore: per lo meno il film di Argento non lesina in fatto di sex & violence, è ben ritmato e, soprattutto, non annoia. In un contesto simile a quello di Venus, in cui poco o nulla ha senso, ben si adattano, per totale estraneità al girato, due canzoni italiane inserite nel film: Musica leggerissima di Colapesce & Dimartino e Nessuno di Mina. Distributo in Spagna dalla "Sony Pictures Entertainment", il 2 dicembre 2022, si è rivelato un vero e proprio flop al botteghino, riuscendo a totalizzare ancora meno del precedente La settima musa. Tra i coproduttori, anche Álex de la Iglesia: una garanzia di insuccesso, visto la deriva artistica (culminante nell'inguardabile Veneciafrenia [1]) intrapresa dal tanto celebrato autore ispanico.
NOTA
[1] Venus è il secondo titolo prodotto dalla Sony Pictures per l'etichetta "The Fear Collection", un marchio presentato nel 2021 al Sitges Festival, destinato a dare vita, ogni anno, a un nuovo film horror realizzato da celebri autori spagnoli, lasciando loro ampia libertà creativa. Stranamente questa strategia, peraltro apprezzabile se non auspicabile, si sta rivelando piuttosto deludente, considerando che il primo film del catalogo è proprio Veneciafrenia.
"Spiegare al popolo le eclissi, perché non le consideri come miracoli. Una cosa che si sa prima che avvenga non può esser ritenuta miracolosa. Proibizione assoluta d'inventare miracoli e di parlarne al popolo. Turbano le menti degli ignoranti."
(Dmitrij Sergeevic Merezkovskij)
Trailer
F.P. 05/02/2023 - Versione visionata in lingua spagnola (durata: 100'21") / Date del rilascio: Spagna (theatrical), 02/12/2022; Francia (streaming), 28/01/2023; Spagna (streaming), 02/02/2023
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta