Regia di Byung-gil Jung vedi scheda film
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Un uomo si sveglia seminudo, in una sauna maschile, con un chip innestato nel cranio da cui gli proviene, direttamente nell'apparato uditivo come una cuffia incorporata nel cervello, una voce femminile che lo guida verso una missione che, poco per volta, si complica progressivamente fino a condurlo al centro di una avventura spionistica volta a scongiurare una catastrofe che incombe sull'intero genere umano.
Contrastato da un esercito di uomini armati sino si denti ed addestrati per uccidere, l'uomo viene messo in contatto con la figlioletta rapita dello scienziato che ha inventato un antidoto contro il morbo che sta trasformando l'umanità in un'orda di morti viventi affamati da carne viva. La bimba è la prova vivente che l'antidoto appena inventato funziona, e, in quanto tale, la sua presenza assume un ruolo cardine per dare credito alla scoperta dello studioso.
Ma la fuga rocambolesca dei due per raggiungere lo scienziato, li costringerà a percorrere un sentiero accidentato colmo di insidie incredibili.
Oltre 140 minuti in tempo reale e strutturati lungo un unico trafelato ed esaltato piano sequenza, costringono lo spettatore a vivere quasi in prima persona l"avventura mozzafiato del nostro agente smemorato ma tecnicamente imbattibile.
Carter è in nuovo action esagitato e senza tregua del regista coreano Jung Byung-Gil, conosciuto cinque anni fa per il suo non meno adrenalinico The Villainess, presentato con successo ed ammirazione a Cannes alla Seance de Minuit.
Questo Carter accelera ulteriormente, se possibile, sul ritmo e sull'azione, esagerando sulla quantità smodata di action che pare un improbabile videogioco per nerd insaziabili, e sbalestrando lo spettatore, inizialmente rapito e coinvolto, poi, a lungo andare, piuttosto propenso ad assuefarsi a cotanta azione senza un attimo di tregua, che svilisce ogni anche minimo tentativo di approfondimento interiore dei pochi personaggi degni di nota.
Carter conferma la bravura tecnica ineccepibile di questo giovane regista coreano, a cui tuttavia sarebbe opportuno consigliare di dedicare un po' più attenzione alla caratterizzazione dei personaggi e alla definizione di uno script un po' più maturo e sfaccettato, ove l"azione senza sosta riesca a tener testa ad un controllo un po' più ragionato e compiuto di ciò che ruota attorno ai rutilanti, perfetti ma anche ripetitivi combattimenti senza tregua.
Il protagonista Joo Won ci mette anima e soprattutto corpo, sfoderando, oltre che una preparazione atletica invidiabile, anche lineamenti da sex symbol non comuni per un action che presenta un incipit curioso e singolare, ma presto abbandona ogni altra velleità che non sia quella di strabiliare dal punto di vista tecnico registico, sorvolando tuttavia su ogni altra ambizione narrativa e di definizione dei contorni di scrittura.
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