Regia di Tonino Valerii vedi scheda film
Un uomo decide di fare il 'gorilla', cioè la guardia del corpo; viene assunto così da un imprenditore continuamente minacciato dalla malavita. Per difenderlo il 'gorilla' dovrà passare sopra a un bel mucchio di cadaveri.
Avvincente è il complimento migliore che si possa fare a questa pellicola, ma non sarebbero fuoriluogo neppure altri aggettivi meno esaltanti come approssimativo, banalotto, a tratti perfino risibile. Non tanto nella direzione, perchè Valerii sa il fatto suo e dimostra di cavarsela sufficientemente bene anche nelle scene d'azione (fino a quel momento era quasi esclusivamente noto per i suoi spaghetti western), ma è nella scrittura innanzitutto che si denotano i buchi logici e gli atteggiamenti superficiali che minano alle fondamenta il prodotto. La sceneggiatura firmata da Massimo De Rita e Arduino Maiuri infatti non fa un passo oltre lo stereotipo: il 'gorilla' è il classico sbirro maledetto del poliziottesco/poliziesco all'italiana, crudele con il nemico delinquente, ma pregno di ideali e buoni sentimenti, violento all'ennesima potenza, ma solamente perchè costretto dalle circostanze (e da una legge che non gli consente di combattere il crimine con adeguati mezzi). Fabio Testi, che non è Marlon Brando, fa tutto quel che serve fare in un ruolo che ben gli si addice: azione e non recitazione è quanto gli compete, e in ciò non lascia affatto a desiderare; al suo fianco troviamo Renzo Palmer, Al Lettieri, Luciano Catenacci e una serie di nomi di (ancor) minore risalto; apprezzabile la colonna sonora del trio Bixio-Frizzi-Tempera. Le note migliori vengono dall'epico finale mozzafiato, con inseguimento auto della polizia - treno dirottato che risulta presumibilmente l'unica idea originale dell'intera pellicola. 3,5/10.
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